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Kidd Warren

Warren Lynn Kidd, nato a Harpersville (Alabama) il 9 settembre 1970 è entrato nella storia dell'Olimpia Milano (e nel gotha del basket europeo) come uno dei rimbalzisti puri più efficaci, unendo fisico, forza e istinto supportati da riscontri statistici di altissimo livello. Questa sua peculiarità gli ha garantito una carriera solida e onesta, senza pur raggiungere gli alti picchi che forse avrebbe meritato.  Alto 'solo' 206cm e abituato sin dai tempi della Vincent High School al ruolo di centro, non gli bastò vincere la classifica dei rimbalzisti NCAA del 1993 (al termine del suo quadriennio alla Middle Tennessee) per riuscire ad entrare nelle scelte della NBA a causa della presunta impossibilità a trasformarsi in 'ala alta'. Nonostante ciò si fece notare nelle Summer Leagues estive, strappando un contratto con i Philadelphia 76ers. Al di là delle cifre accumulate nelle 68 gare disputate nella sua stagione come rookie (247 punti e 233 rimbalzi in 884 minuti, partendo anche 14 volte in quintetto base), la sua esperienza con i Sixers fu decisiva per la sua crescita tecnica, giocando al fianco di Moses Malone, uno dei più grandi specialisti d'area di ogni tempo. Le buone prospettive non gli valsero però il rinnovo del contratto e con un biglietto di 'sola andata' iniziò il suo viaggio verso l'Europa. In realtà Kidd ha trovato casa solo in Spagna e in Italia, cambiando però sei residenze in nove campionati. Il suo primo approdo è stato a Valencia (13,3 punti e 11,1 rimbalzi di media) poi nel 1995/96 a Siviglia (14,2 punti e 12,7 rimbalzi) con la quale ha raggiunto la finale per il titolo e ha eguagliato il record di 21 rimbalzi in una singola gara di Copa del Rey che apparteneva a Kevin Magee.
E' arrivato nella Stefanel Milano neo-scudettata nell'estate 1996 nell'ambito della ricostruzione organica e tecnica voluta dal nuovo coach Franco Marcelletti. Il rendimento dei primi mesi sia in campionato che in Eurolega aveva confermato la bontà della scelta del pivot dell'Alabama, ma il grave infortunio di Nando Gentile a gennaio ha privato l'Olimpia di un fondamentale punto di riferimento cominiciando un progressivo calo di risultati. L'avventura in Eurolega si conclude nei quarti di finale, al cospetto degli sloveni dell'Olimpia Ljublijana dopo aver vinto il proprio girone ed eliminato la Virtus Bologna nel primo turno dei playoff. Warren Kidd vince la graduatoria per la migliore percentuale dal campo (61,8 su 204 tentativi) e soprattutto quella dei rimbalzisti con una media di 10,6 in 22 partite giocate, andando in 'doppia cifra' ben 12 volte, frutto anche dei suoi 304 punti complessivi.
In campionato la Stefanel è incappata in una Mash Verona formato 'mina vagante' capace di espugnare il Forum in gara-3 dei quarti di finale, sfiorando il clamoroso bis anche con la Benetton che poi vincerà lo Scudetto. Le cifre di tutto rispetto di Warren Kidd gli sono valse la riconferma per la stagione successiva: 336 punti e 274 rimbalzi in 30 gare. La costante numerica che ha distinto Kidd in entrambe le stagioni è l'ottima percentuale al tiro dal campo (67.3 in due anni) contrapposta a un 57,6 % dalla linea del tiro libero.
Per il 1997/98 lo staff gli ha affiancato un compagno di reparto di grandissima classe: Thurl Bailey, veterano della NBA ma proveniente da due ottime stagioni a Cantù. Le credenziali dei singoli hanno faticato ad amalgamarsi e, al culmine della delusione, ne ha fatto le spese coach Marcelletti sostituito al timone dell'Olimpia da Franco Casalini, giusto per le semifinali di Saporta Cup contro il Panathinaikos e la successiva finalissima contro lo Zalgiris Kaunas. Nella sfida decisiva di Belgrado, Kidd ha faticato a liberarsi delle 'attenzioni' di Arapovic e Zukauskas (solo 2/7 dal campo ma un incredibile 7/8 ai liberi, più i soliti 12 rimbalzi) e poco ha potuto contro le scorribande di Stombergas. Nelle 17 partite disputate in coppa, Kidd ha accumulato 238 punti e 172 rimbalzi, contribuendo con 21 punti e 14 rimbalzi (10/11 al tiro) nella rimonta in semifinale contro il Panathinaikos.
Scaduto il biennale con l'Olimpia, nel novembre successivo ha raggiunto gli ex-milanesi Ambrassa e Pessina nella Virtus Roma guidata da coach Attilio Caja in sostituzione di John Turner. Anche l'esperienza nella Capitale è durata due anni, garantendo il suo apporto concreto sia in campionato (695 punti e 666 rimbalzi in 57 gare) che in Coppa Korac (14.5 punti e 11 rimbalzi di media) con le maglie etichettate Calze Pompea e Aeroporti di Roma.
Nonostante gli investimenti sull'organico (nel 1998/99 arrivarono anche Iuzzolino, Henry Williams e DePol) al club capitolino è mancato il risultato di prestigio, percorrendo un breve tragitto nei playoff sia nel primo (0-3 nei quarti contro la Virtus Bologna) che nel secondo anno (fuori agli ottavi con Trieste con la 'bella' in casa).
Kidd, giocatore che offriva così alte garanzie di rendimento, non aveva problemi di 'mercato'; nel 2000 è tornato in Spagna a Badalona dove ha confermato le sue doti professionali e umane; non è un caso che suo figlio sia 'made di Badalona', segnale di una completa sinergia con lo stile di vita europeo. Nemmeno con la Penya e l'anno successivo a Gran Canaria (2001/02), le cifre sostanziose non si abbinano a risultati di vertice: 411 punti e 318 rimbalzi con Badalona nel 2000/01 e 437 punti e 326 rimbalzi alle Canarie senza mai raggiungere i playoff. 
Un ritorno 'guidato' in Italia non si è fatto attendere. Il patron Giorgio Corbelli, appena acquisita l'Olimpia Milano da Sergio Tacchini, ha rivoluto in squadra sia coach Caja che Kidd e Hugo Sconochini come elementi ben conosciuti e sicuri dopo averli avuti negli anni di Roma. Kidd è il pivot titolare della Pippo Milano, che schiera altri nomi importanti come Naumoski, Coldebella, Niccolai e Rancik. E' l'anno di una Benetton Treviso inarrivabile (tranne il brivido dei playoff con Reggio Calabria), della conferma della Fortitudo e della prima ascesa senese; per gli altri solo briciole. La Pippo ha stazionato in fascia medio-alta ma senza brillare per qualità di gioco e appeal verso il pubblico. Eliminata subito (da Cantù) alle Final Eight di Coppa Italia a Forlì, Milano ha raggiunto comunque il quinto posto al termine del girone di ritorno con 20 vittorie e 14 sconfitte.  L'avversaria degli ottavi di finale è stata l'ostica Metis Varese di Dodo Rusconi, e ne nasce una serie in cui il fattore campo non è mai rispettato. Varese passa in Gara-1, ma Milano riequilibra le sorti con un netto 55-79 a Masnago con 10 punti e 9 rimbalzi di Kidd. 
Il 12 maggio 2003 al PalaLido però, Warren Kidd mette fine non solo alla stagione milanese (con la sconfitta 59-60, per mano di una tripla all'ultimo secondo del varesino Rusty LaRue) ma anche alla sua carriera agonistica. E' quella per lui quasi certamente la peggiore partita della vita, con solo 1 punto segnato in 22 minuti, nessun canestro dal campo, 1/4 ai liberi nelle decisive fasi concitate dell'ultimo minuto (anche se 10 rimbalzi non glieli toglie nessuno).
A soli 32 anni torna nella natia Alabama, dove intraprende una nuova vita professionale nel settore edile e dove il basket è solo un momento da condividere con amici e piccoli allievi.

In maglia Olimpia Milano, Kidd ha disputato un totale di tre stagioni, 94 partite, 2.793 minuti, con 1.120 punti, 752 rimbalzi e 474 canestri su 711 tentativi.

IMMAGINI ALLEGATE

La formazione dell'Olimpia Stefanel Milano 1997/98 composta da Ferdinando Gentile (cap.), Marco Sambugaro, Warren Kidd, Massimo Ruggeri, Thurl Bailey, Davide Cantarello, Mattias Sahlström, Giorgos Sigalas, Srdan Jovanovic, Flavio Portaluppi; in prima fila coach Marcelletti, il masseur Gallotti, il vice Corbani (in rosa ma non in foto Andrea Michelori e Marco Mordente)

Warren Kidd nella sua ultima stagione in Spagna nel 2001/02 a Gran Canaria

Warren Kidd (Stefanel Milano 1996/97)