Persone


Il Signor Bassi

Il signor Bassi era lo spauracchio di tutti i giocatori del settore giovanile perché li riprendeva severamente se si comportavano male o se davano calci al pallone. Non era cattivo ma intransigente, pretendeva educazione e rispetto delle regole da parte di tutti, anche dai giocatori della prima squadra.

A suo modo è stato un educatore di tanti giovani sportivi che dovevano disciplinarsi. Nessuno ricorda il nome di battesimo del signor Bassi nè  tanto meno la sua data di nascita. Desumiamo che fosse nato a Milano dal perfetto dialetto meneghino che utilizzava solitamente per esprimersi quando era arrabbiato.

Il signor Bassi era il “Basset” solo per i pochi a cui aveva concesso la sua confidenza: non sapiamo se questo soprannome fosse una storpiatura in milanese del cognome o se si riferisse alla sua bassa statura, forse ad entrambe le cose.

Non si sa quando sia approdato all’Olimpia perché anche le “ scarpette rosse” più anziane dicono di averlo già trovato lì.

Abitava in viale Misurata a due passi dal campo all’aperto di via Costanza, dove giocava la Borletti. Forse è diventato il primo massaggiatore dell’Olimpia per caso.

Si narra che nel 1951 in Spagna, contro il Real Madrid, Pegurri, giocatore della Borletti che forse è restato famoso grazie a questo episodio, avendo ricevuto una ditata in un occhio ha chiesto aiuto al signor Bassi che per risciasquare la parte contusa ha preso la prima bottiglia che aveva sottomano: era aranciata

Nel 1956, per anzianità, è stato sostituito come massaggiatore da Angelo Cattaneo, è diventato cosi responsabile plenipotenziario di tutti i palloni della società.

Li portava in una rete dal deposito in campo e a fine allenamento li raccoglieva nella rete e li riportava indietro. Gonfiava con una pompa quelli sgonfi e periodicamente li esaminava scrupolosamente declassando i peggiori nella rete della squadra juniores che a sua volta privava dei palloni ancora più rovinati spostandoli nella rete della squadra allievi.I palloni per essere eliminati definitivamente dovevano richedere l’eutanasia. 

Quando il presidente Bogoncelli veniva al Palalido per assistere all’allenamento si sedeva sempre vicino al Basset e gli chiedeva una sigaretta. Bassi non ha mai capito che era un segno di amicizia e si rammaricava per la perdita della sua "nazionale esportazione senza filtro" scroccatagli da un uomo molto più ricco di lui.  

Negli ultimi anni settanta Bassi era diventato quasi cieco e la rete con dieci palloni gli era diventata sempre più pesante. Spesso alcuni giocatori lo aiutavano a svolgere il suo compito. Tornava a casa in filobus incurante del freddo e del buio.

Restato vedovo e solo, perché l’unico figlio era morto in guerra nella campagna di Russia, si è fatto ricoverare in una casa di riposo. Basset, anche da ricoverato nel nosocomio,  è sempre restato fedele a sé stesso, con il basco, le nazionali esportazione senza filtro e la propensione a brontolare su tutto con tutti.

IMMAGINI ALLEGATE

Il signor Bassi, massaggiatore storico dell'Olimpia Milano

La formazione del Simmenthal nel 1971/72: Kenney, Bariviera, Iellini, Bassi (dir.), Cerioni, Bianchi, Masini (cap.); accosciati: Giorgio Giomo, Borlenghi, Brumatti, Iacuzzo

Bassi in una foto scattata il 1 gennaio 1952 a Sanremo, ove il Borletti vinse il trofeo (ancora in assenza di coppe di club FIBA) nella manifestazione antesignana della Coppa Europa.

Il signor Bassi esulta in compagnia di Angelo Cattaneo, di Pieri e del resto del Simmenthal