Persone


Adolfo Crispi detto “Mister”

Tutti i giocatori e le giocatrici che negli anni ’60 e ’70 hanno indossato la maglia azzurra a qualsiasi livello, hanno avuto la fortuna di conoscere Adolfo Crispi o come preferiva essere chiamato lui: “Mister”. Nato a Napoli nel 1914, ma ischitano di adozione, dove tutti, invece, lo chiamavano “Fofò”, ha combattuto in Grecia ed Albania con i gradi di sottufficiale dell’Esercito ed ha trascorso due anni prigioniero in Polonia.

Tornato in Italia è diventato fisioterapista e già nel 1952 è stato chiamato ad occuparsi dei muscoli della Nazionale Militare di pugilato, nel 1957 ha prestato la sua opera ai Campionati Mondiali Militari di Calcio vinti dall’Italia e nel 1960 alle Olimpiadi di Roma si è dedicato nientemeno che a Nino Benventi e Sandro Lopopolo, i nostri migliori pugili.

Giancarlo Primo, divenuto allenatore capo della Nazionale di pallacanestro nel 1969, ha scelto Mister come massaggiatore e da allora Crispi ed il Basket sono diventati un binomio inscindibile fino alla suo pensionamento.

Magrissimo, abbronzato, piccolo, con baffetti e gli occhi pungenti, elegante, Mister era un uomo riservato, introverso, generoso, sensibile, religioso ma molto superstizioso, forse più dei napoletani veraci.

Raccontava malvolentieri la storia della sua vita, diceva solamente che era diventato militare di carriera per una delusione amorosa. Crispi non ha mai utilizzato il suo grado di maresciallo per farsi rispettare anzi anche nella Nazionale Militare desiderava che lo si chiamasse 'Mister'. Crispi si è sempre prestato agli scherzi e lazzi dei giocatori, senza portare rancore. Livio Musetti per la sua passione per le iniezioni lo chiamava “maresciallo dell’aria compressa”.  Meneghin e Zanatta architettarono di chiamarlo al telefono ed in perfetto dialetto napoletano gli dissero che la sua villetta ad Ischia era distrutta da una calamità naturale. 'Mister' crollò senza sensi a terra. 

L’allenatore della Nazionale Primo lo stimava (lo aveva voluto lui) ma era il suo carnefice accusandolo di essere jettatore (a lui, così superstizioso), perché 'Mister' una volta disse: “Domani i passaporti sono pronti a meno che muoia il notaio”, che, poveretto, ignaro della profezia di fronte a tutti noi esterefatti passò effettivamente a miglior vita.

Nella sua camera regnava un disordine incredibile ma c’era di tutto, dai limoni di Ischia che non tralasciava mai di portare, agli spaghetti e alla cuccuma napoletana per il caffè, la cassetta del cucito, la foto della mamma, santini vari, corone di rosario, linimenti, tazzine, bicchieri, thermos, bende, garze, cerotti, e tantissima disponibilità.

'Mister' come un angelo custode si occupava del benessere dei suoi giocatori; con passo felpato dopo il coprifuoco si aggirava nell’albergo per controllare che tutti dormissero e non avessero bisogno di nulla. In panchina era svelto e laborioso, ma spesso veniva sorpreso a fare le corna e gli scongiuri agli avversari.  Si occupava di tutto dalle divise, ai documenti per l’espatrio alle cartoline firmate per il presidente federale.

A Roma viveva in un bel appartamentino al Gianicolo dove poteva ammirare la città eterna, ma quando poteva si rifugiava nella sua isola adorata, dove possedeva un quartierino.

Era tifosissimo della squadra di calcio locale. I suoi concittadini, alla sua morte, hanno posato una lapide sullo stadio e gli hanno dedicato la piazza antistante lo stadio dell’Ischia calcio.     

Coach Benvenuti e Mister Crispi dentro la fontana

Racconto di Mabel Bocchi, campionessa oltre che capitana della Nazionale. Il Mister era notoriamente oggetto di scherzi da parte dei maschi mentre noi ragazze eravamo molto più rispettose. Inoltre, Rosi Bozzolo ed io abbiamo sempre goduto di un trattamento speciale (per altro da noi non... [Leggi tutto]

IMMAGINI ALLEGATE

Umbetina Pareschi, Mister e Mabel Bocchi

Mister Crispi