Racconti


L'esordio internazionale di Pino Brumatti

Racconto di Mauro Cerioni, giocatore Simmenthal anno 1967/68.

Brumatti ed io siamo arrivati al Simmenthal nella stagione 1967/68, entrambi dalla serie B, lui da Gorizia ed io da Genova.

In quell’anno il Simmenthal disputava anche la Coppa dei Campioni ed avevamo in squadra Craig Raymond (prima scelta dei Philadelphia 76ers) e Steve Wolf (un cecchino pazzesco). Il problema è che i due americani erano indubbiamente degli ottimi giocatori ma che in partita, per ragioni caratteriali, “sparivano” specialmente quando da loro ci si aspettava che prendessero in mano la situazione. La stagione fu deludente (quarti in campionati, fuori nelle semifinali di Coppa, terzi ai campionati mondiali) per cui Rubini, a fine campionato, decise di ringiovanire la squadra.

Quell’anno Brumatti ed io (io, molto più di lui, per la verità) facevamo panchina: d’altra parte avevamo ancora fior di giocatori della vecchia guardia davanti a noi.

In Coppa incontrammo inizialmente i campioni austriaci e il superamento del turno fu una formalità. Rubini mi fece giocare parecchio e feci due buone prestazioni.

I quarti di finale erano costituiti da due gironi da quattro squadre con incontri casa/fuori e nel nostro girone facevano parte oltre a noi lo Zadar, la Juventut Badalona e il CSKA Sofia.

All’esordio andiamo a giocare la prima partita contro il CSKA. La stampa locale ci aveva presentato benissimo (eravamo stati campioni d’Europa due anni prima ed eravamo i vicecampioni in carica) soffermandosi ovviamente sui nomi delle stelle (Riminucci, Pieri, Raymond, Masini, Iellini).

Del campo ho in mente la disposizione delle panchine (mai vista in altra occasione) che erano piazzate sotto un canestro! Ebbe inizio l’incontro (che tra l’altro vincemmo per 112-106, dopo un tempo supplementare) con Brumatti in quintetto iniziale. L’incontro aveva un ritmo piuttosto alto e questo si addiceva perfettamente allae caratteristiche di Brumatti che incominciò ad esibire tutte le sue doti atletiche e balistiche.

Ricordo nitidamente un’azione in cui scese in palleggio sulla sinistra a velocità folle, si trovò sbarrata la strada e sempre palleggiando aggirò dall’esterno l’area per andare tutto sulla parte destra. Pieri che era in panchina, proprio seduto di fianco a me, mormorò frasi del tipo “ma cosa sta facendo..”, “ma dove sta andando..” per esplodere infine con “il campo è finito, e passa!”. Ma fu ammutolito da Brumatti che si arrestò di botto, si alzò in sospensione e segnò.

A quel punto ricordo che Pieri, come al solito molto composto, commentò la conclusione dell’azione con un filo di voce dicendo “beata incoscienza”.

Brumatti quella sera segnò (se ricordo bene) 32 punti (e Raymond 36) e si impose sulla scena internazionale oltre che nella considerazione di Rubini.

Negli spogliatoi il loro allenatore ammise in conferenza stampa: “mi aspettavo i grandi campioni ed avevo preparato i miei per contrastarli al meglio ed invece sono stato sorpreso da questo fenomenale giovane di nome Brumatti”.

Racconto inviato e quindi riservato per il Museodelbasket-milano.it.

IMMAGINI ALLEGATE

Pino Brumatti in palleggio in maglia Simmenthal