Storia milanese


Tracer Milano - Aris Salonicco 1986/87

L'Olimpia Milano, Campione d'Italia nella stagione 1985/86, affronta in Coppa dei Campioni dapprima il Murray Edimburgo e poi nei quarti di finale l'Aris di Salonicco, Campione di Grecia che schiera due autentici fenomeni: Nikos Galis, greco-americano e già uno dei migliori cannonieri del campionato NCAA e Panagiotis Yannakis. Due giocatori che, insieme nella rappresentativa nazionale, otto mesi dopo saranno fondamentali alla Grecia per essere incoronata regina d'Europa.

Ma l'Aris ha altri ottimi giocatori quali lo statunitense Jackson, lo slavo Subotic, i nazionali Lipiridis e Filippou,

L'Olimpia in questa stagione ha ingaggiato il giovane Ken Barlow, ala alta da Notre Dame estremamente redditizia, ma ha anche la stella Bob McAdoo, un giocatore immenso che ha vinto nel campionato NBA sia le classifiche individuali che il titolo; l'inserimento del campionissimo americano, però, è lento e difficile.

Ricordiamo che il 15 ottobre, in campionato, la Tracer non solo perde contro il Brescia, squadra destinata alla retrocessione, ma ne scaturisce anche una contestazione pubblica di Premier contro l'allenatore Peterson, reo di non "scuotere" sufficientemente McAdoo, affinché quest'ultimo difenda con più intensità ed in attacco si muova coralmente.

In questa atmosfera di assestamento tecnico, arriva la partita di andata il 30 Ottobre 1986 a Salonicco; al cospetto di 6.000 supporter locali invasati, la Tracer subisce una cocente sconfitta: 98 a 67 (primo tempo 60-34), con Galis che segna 44 punti (17 su 22 al tiro).

I milanesi sono stroncati sul piano del ritmo, dell'efficienza fisica e della combattività, proprio le armi che hanno fatto grande l'Olimpia, con una percentuale di tiro ridicola (19 su 60). Il solo D'Antoni merita la sufficienza.

Lo scarto è impressionante: 31 punti.

Per gli osservatori e gli addetti ai lavori, l'esito finale è scontato: con quel distacco non c'è alcuna possibilità di ribaltare la situazione per cui la Tracer sarà inesorabilmente fuori dalla Coppa dei Campioni.

Il 6 Novembre 1986 si gioca l'incontro di ritorno Tracer-Aris al Palatrussardi di Lampugnano (MI). Il General Manager Tony Cappellari ha fatto le cose in grande: prezzi popolari, grande battage sulla stampa, con l'intenzione di riempire l'arena come un uovo, con il pubblico che abbraccia e spinge i propri beniamini e così nel motivare la squadra a reagire con il cuore.

L'allenatore Peterson, per quanto lo riguarda, non è da meno: ore e ore dedicate alla visione del filmato della gara persa e all'accurata analisi tecnica assieme al fidato vice Casalini, e sedute su sedute di allenamento dedicate anche i più minuti accorgimenti tecnici che saranno adottati, oltre che alla fondamentale cura dell'aspetto psicologico: "Noi siamo l'Olimpia, non c'è nessuno più in gamba di noi, ce la faremo".

La sera della partita il Palatrussardi è una bolgia già due ore prima dell'incontro.

Rivelerà Dan Peterson che negli spogliatoi raccomandò ai ragazzi di giocare con calma, di dimenticare il passivo da colmare e invece di pensare solo ad accumulare un punto di vantaggio per ogni minuto di gioco. La strategia di Dan Peterson è di aggredire subito i greci, con una difesa dura, arcigna, alternando la mitica zona 1-3-1 con la difesa a uomo.

L'Aris commette l'errore di voler controllare e gestire il vantaggio, impresa disperata contro il furore agonistico delle scarpette rosse.

Il pubblico sembra impazzito e sostiene la squadra con una continua intensità mai vista.

Dopo 3' la Tracer vanta quattro punti di vantaggio, con Meneghin già sanzionato di due falli e sostituito da Bargna. Cresce Barlow e al 5' il punteggio è 15 a 6, ma i greci hanno una rimonta per cui al 9' si è solo a 17 a 13 per l'Olimpia.

Premier, sino ad allora latitante, si scuote e i milanesi si portano al 16' sul 31-23 per poi riprendere il largo, per cui all'intervallo Milano è quasi a metà dell'opera, avanti di 14 punti (44-30).

La ripresa vede ancora la Tracer in gran spolvero, grazie a Boselli e D'Antoni per cui si raggiungevano 19 punti di vantaggio al 4' della ripresa e 25 punti al 9' (67-42), allorchè Fausto Bargna segna in contropiede, favoriti anche dall'infortunio patito da Subotic e da Jackson penalizzato dai falli.

I campioni milanesi giocano in modo perfetto, andando al tiro con rapidità micidiale, sorretti da efficacemente da 9000 tifosi, con Meneghin tornato il leone di mille battaglie che maschera le magagne di McAdoo e fa da faro ai suoi compagni, al pari di un D'Antoni commovente.

Al 15'23" Meneghin segna il 76-44, per cui l'Olimpia supera lo scarto dei 31 punti e sembra che la tensostruttura debba crollare per l'entusiasmo. Ma manca ancora una eternità. E' ancora oggi possibile assistere alla videoregistrazione di questi minuti finali su Youtube, con il commento del compianto giornalista Tullio Lauro, il quale non dava più conto del risultato reale, ma si limitava unicamente a mettere in risalto la differenza rispetto al passivo dei 31 punti.

Nel convulso finale a 41" dal termine, con Milano in vantaggio di 32 punti, Lipiridis commette fallo su Premier che, freddamente, centra entrambi i due tiri liberi.

La partita finisce praticamente qui.

Il risultato è storico : Olimpia Tracer - Aris Salonicco 83-49, con 34 punti di scarto e con il pubblico scatenato che invade il campo per festeggiare, manco fosse la festa da scudetto.

L'Aris a Milano ha segnato in tutta la gara quasi quanto aveva segnato in un sol tempo a Salonicco. Naturalmente un risultato così sensazionale non può che essere ascritto a tutta la squadra, ma l'eroe della giornata è Mike D'Antoni, splendido gladiatore ed inplacabile cacciatore di Nikos Galis, che recita un'accorta partita in regia e mette a segno tre bombe in momenti determinanti.

D'Antoni dichiarerà alla stampa, al termine della partita: "Può succedere, non sempre giochiamo bene, non sempre siamo in forma, ma noi abbiamo qualcosa più degli altri".

Per la cronaca, sia l'Aris Salonicco sia i tifosi greci sono ancora oggi convinti che la sconfitta (di quelle proporzioni) siano stata il frutto di una combine ai loro danni (arbitrale o dei loro giocatori non si è capito); ovviamente non c'è mai stata alcuna prova in tal senso.

La Tracer, grazie alla prova maiuscola, rimaneva ancora in corsa in Coppa, ma non solo: l'avventura europea sarà favolosa, con un percorso che si sarebbe via via snodato, in un girone a sei, con EB Orthez, Real Madrid, Zalgirs Kaunas (di Sabonis), con lo Zadar (di Vrankovic) e con il Maccabi (di Berkowitz e Jamchy), per concludersi nella finalissima di Losanna contro nuovamente il Maccabi e conquistare la sua seconda Coppa dei Campioni, con il punteggio di 71-69.

E' l'ultimo anno di Dan Peterson sulla panchina Olimpia (ci ritornerà 24 anni dopo, per una breve rentree), e nell'anno del suo addio lascerà l'Olimpia vincitrice del Grande Slam (Campionato, Coppa dei Campioni, Coppa Italia).

Il tabellino delle due partite contro l'Aris di Salonicco:

Salonicco 30 Ottobre 1986
Aris Salonicco - Tracer Milano 98-67 (60-34)
Aris Salonicco: Galis 44, Yannakis 6, Lipiridis 4, Subotic 18, Jackson 6, Filippou 10, Doxalis 10 - Coach: Ionnidis. Tiri liberi 16/18 - Tiri 39/56
Tracer Milano: Premier 13, Meneghin , Barlow 11, McAdoo 26, D'Antoni 16, F.Boselli, Bargna 1, Gallinari, Pittis, Governa, Ambrassa, Guardascione - Coach: Dan Peterson. Tiri liberi 26/33 - Tiri 19/60

Arbitri: Mainini (Francia) e Warwick (Israele)

Milano, 6 Novembre 1986
Tracer Milano - Aris Salonicco 83-49 (44-30)
Tracer Milano: Premier 20, Meneghin 12, Barlow 12, McAdoo 12, D'Antoni 9, F.Boselli 9, Bargna 8, Gallinari 1, Pittis, Governa, Ambrassa, Guardascione - Coach: Dan Peterson. Tiri liberi 9/12
Aris Salonicco: Galis 16, Yannakis 15, Lipiridis, Subotic 7, Romanidis 2, Jackson 5, Filippou 4 - Coach: Ionnidis. Tiri liberi 4/8

Arbitri: Jahoda (Cecoslovacchia) e Grbac (Yugoslavia)

IMMAGINI ALLEGATE

Formazione della Tracer Olimpia Milano Campione d'Italia e d'Europa 1986-87: Fausto Bargna, Vittorio Gallinari, Dino Meneghin, Bob McAdoo, Ken Barlow, Mario Governa, Riccardo Pittis (seduti) vice Franco Casalini, Franco Boselli, Mike D'Antoni, masseur Giovanni Gallotti, Fabrizio Ambrassa, Roberto Premier, coach Dan Peterson.

Nikos Galis contro Mike D'Antoni

Ken Barlow cerca di contrastare Nikos Galis nella gara d'andata del 30 ottobre 1986 a Salonicco. La guardia greca segnò 44 punti.

VIDEO ALLEGATI

Olimpia Milano Tracer - Aris Salonicco - Ultimi 5 Minuti passati alla storia