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Montecchi Piero

Piero Montecchi, play-guardia di 194 cm nato a Reggio Emilia il 1 marzo 1963, ha militato per cinque stagioni all'Olimpia Milano. Nel suo palmares biancorosso ci sono (in ordine cronologico): la Coppa Intercontinentale 1987, la Coppa Campioni 1988, lo Scudetto 1989, nonché la finale scudetto nel 1988 e nel 1991, la finale di Coppa Italia 1991 e le Final Four di Coppa Campioni nel 1991.

Prodotto del vivaio della Pallacanestro Reggiana e pedina già importante nella promozione dalla B del 1981/82, nei suoi primi approcci in serie A fu impiegato come guardia, mettendo in luce la sua rapidità, le doti realizzative e una certa verve a rimbalzo, maggiore di molti pari ruolo. Il suo esordio ufficiale in A2 avvenne il 26 settembre 1982 nella partita casalinga delle Cantine Riunite persa contro Napoli: Montecchi in quella stagione, guidato da coach Gianni Zappi e "scortato" da Rudy Hackett e Roosevelt Bouie, ebbe già statistiche importanti come i 362 punti in 866 minuti (30 gare).

La stagione successiva, con coach Dado Lombardi fu subito promozione in A1: le Cantine Riunite dominarono la A2 con 23 vittorie e 7 sconfitte, e dovettero cedere solo alla Indesit Caserta agli ottavi di finale dei playoff scudetto. Le quotazioni di Montecchi salirono in simbiosi con il rendimento, tanto da dirottarlo nell'orbita della Nazionale Maggiore.

I primi due anni in A1 si conclusero con un decimo e un nono posto, con Montecchi sempre più realizzatore (456 punti nell'85/86). Fu coach Dado Lombardi a sperimentare per primo il suo passaggio in regia, e il suo successore Pancotto fece altrettanto, ottenendo però la retrocessione in A2 dopo i playout del 1987. I suoi 499 punti (con il 37\% da tre) e 123 assist attirarono le attenzioni dell'Olimpia Milano che, dopo il bis in campionato e la conquista della Coppa dei Campioni, lo volle fortemente da affiancare a Mike D'Antoni in previsione di raccoglierne l'eredità.

Nell'estate del 1987, quindi la Tracer Milano operò uno scambio, acquisendo Montecchi in cambio di 800 milioni di lire e Marco Lamperti.

Il battesimo in maglia biancorossa avvenne nell'edizione della Coppa Intercontinentale William Jones, conquistata dalla Tracer al PalaTrussardi di Milano: nella finalissima vinta 100-84 contro il Barcellona, Montecchi contribuì con 11 punti e 3 assist in 29 minuti in campo.

I successi in campo internazionale non finirono lì: Milano difese con successo la corona europea, vincendo la prima edizione delle Final Four a Gand, battendo in semifinale gli arci-rivali dell'Aris Salonicco (Montecchi solo 5 punti, ma 39 di McAdoo furono sufficienti) e poi il Maccabi Tel Aviv 90-84 nel remake dell'anno precedente.

L'andamento in campionato non fu altrettanto vincente: la Tracer, seconda in regular season dietro Varese, fu sconfitta 1-3 nella serie finale dalla Scavolini Pesaro di Daye e Cook, sfavorita dal fattore campo. Gli uomini di coach Bianchini lasciarono a Milano solo gara-3, in cui Montecchi segnò 17 punti partendo in quintetto in luogo di Roberto Premier come guardia.

L'appuntamento con lo Scudetto (il primo e unico della sua carriera) fu rimandato solo di una stagione. Milano si vendicò di Pesaro in semifinale (con la vittoria a tavolino all'Hangar di Viale dei Partigiani per la famigerata monetina in testa a Meneghin) e strappò all'ultimo secondo lo scudetto all'Enichem Livorno in una gara-5 che è ancora materia di discussione dopo oltre vent'anni.

Le medie di Montecchi scesero sia nei punti (da 12.6 a 8.7) che nei minuti (da 27.2 a 22.4) ma fu un sacrificio premiato dal tricolore apposto sulle maglie.

Di tutt'altra pasta l'anno successivo: l'avventura in Coppa Campioni si concluse con il quinto posto al girone degli ottavi di finale, mentre in campionato Milano fu detronizzata addirittura nel primo turno dei playoff dalla Viola Reggio Calabria. Un pessimo epilogo per l'addio alla maglia biancorossa di tre eroi come Dino Meneghin, Bob McAdoo e Mike D'Antoni. Fu proprio l'ex-playmaker a prendere le redini della squadra e a nominare Montecchi come regista titolare a cui affiancare due realizzatori di razza come Antonello Riva e Jay Vincent. Di quella stagione, giocata ai ritmi vertiginosi preferiti da Montecchi e da coach D'Antoni, non si ricordano le cifre, tornate sopra i dieci punti di media (408 in 40 partite) e i cento assist (116, quasi il meglio in carriera). L'episodio chiave fu gara-5 della finale scudetto persa ad Assago contro Caserta in cui anche Montecchi fu coinvolto nello stato confusionale che favorì l'escalation di Nando Gentile e Sandro Dell'Agnello.

Montecchi, in doppia cifra in quasi tutte le gare precedenti (18 nella prima vittoria al Forum), steccò la partita con soli 4 punti, 1/8 dal campo e 8 palle perse in 38 minuti. 
Sostituiti i due americani con Dawkins e Rogers, a Montecchi fu offerta l'ultima chance milanese nel 1991/92. Fu una stagione altalenante con il terzo posto in regular season ma anche con la conquista delle Final Four di Istanbul in Coppa Campioni. Se la semifinale contro il Partizan Belgrado sfuggì di poco e la finalina diede una minima consolazione (99-81 all'Estudiantes Madrid), il ko contro Roma nei quarti dei playoff, perdendo 89-94 la "bella" in casa, fu foriero di ulteriori delusioni.

L'esperienza di Montecchi con l'Olimpia Milano, dopo cinque stagioni e 184 partite, 1768 punti e 4982 minuti in Serie A (ma anche 408 palle perse e 347 assist), giunse al termine.

Il rinnovamento operato dall'Olimpia Milano, che da quell'anno tornò a scegliere un playmaker straniero partendo da Djordjevic, indirizzò Montecchi verso una ripartenza in Serie A2 a Varese, dove scese con il compagno di squadra Johnny Rogers. Fu un 92/93 controverso con risultati insoddisfacenti, liti interne, cambio in corsa tra coach Isaac e Dodo Rusconi la conclusione con la promozione in A1 fallita nel girone dei playout con Venezia. Per Montecchi, la suddivisione della regia con Brusamarello e Biganzoli non minò una produttività offensiva da 456 punti e 94 assist in 40 partite da titolare.

Anche a Cantù, che lo riportò in A1 nel 93/94, l'atmosfera non fu serena: con il tecnico spagnolo Antonio Diaz Miguel e molti avvicendamenti tra gli stranieri, la Clear terminò la stagione regolare al dodicesimo posto, per poi retrocedere in A2 nella fase di playout giocata con un solo americano (Curry) e con il milanese Bruno Arrigoni in panchina. Montecchi, con il compito di backup di Alberto Rossini, riuscì a ritagliarsi comunque un impiego vicino ai 20 minuti a gara, e un bottino da 345 punti e 118 rimbalzi.

Anche la partecipazione alla Coppa Campioni si chiuse con l'ultimo posto nel Gruppo B degli ottavi di finale con sole due vittorie in quattordici incontri; per Montecchi, che anche qui viaggiò a 10,9 punti di media, ci fu il record di segnature in campo europeo con i 24 punti al Bellinzona nei sedicesimi di finale.

Dopo un anno sabbatico, Montecchi nel 1995/96 optò per il ritorno a Reggio Emilia, fresca di retrocessione in A2. Nella città natale ritrovò in squadra Massimiliano Aldi, si mise al servizio di Mike Mitchell e si occupò di formare l'emergente Gianluca Basile. Al primo anno, con 411 punti in 40 partite, la Reggiana sfiorò soltanto la promozione in A1, perdendo la finale dei playoff proprio contro la Pallacanestro Cantù, ma in quello successivo fu capace di ribaltare il fattore campo contro Gorizia e si guadagnò il rientro nella massima serie.

Nel 1997/98 la neopromossa reggiana allenata coach Dado Lombardi ebbe un epilogo di campionato strepitoso: chiusa la stagione regolare all'undicesimo posto con sole 8 vittorie, la CFM eliminò in sequenza la Stefanel Milano e la Benetton Treviso, sconfitta 68-71 in gara-5 nonostante avesse perso per infortunio Mike Mitchell dopo gara-3. Nella semifinale contro la Fortitudo Bologna, Montecchi e compagni offrirono una strenua resistenza (con Basile sugli scudi), ma dovette soccombere 3-0. In quell'ultima sfida al PalaDozza di Bologna, persa solo 75-74, tuttavia Montecchi giocò soltanto due minuti; fu forse il segnale che, a 35 anni compiti, il tempo di Piero Montecchi sul massimo palcoscenico nazionale si stava esaurendo. Una carriera negli annali della Legabasket da 539 partite e 5208 punti, collezionando trofei e delusioni, apprezzamenti e fischi, assist e palle perse.

Infatti, poco dopo Montecchi diede l'addio ai campionati maggiori, riciclandosi per qualche stagione in formazioni della serie C e B della provincia reggiana, come la Sacmaplast Bagnolo - con ancora Aldi come compagno di squadra - e la Coopsette Castelnovo Sotto, con cui disputò la sua ultima annata agonistica nel 2001/02 in serie B2.

Nella carriera di Piero Montecchi, la parentesi con la Nazionale è circoscritta alle stagioni 1986/87 e 87/88; il suo esordio avvenne il 19 novembre 1986 a Siena nell'amichevole vinta dall'Italia di coach Valerio Bianchini per 83-67 contro la Cecoslovacchia. L'estate successiva il play, in procinto di firmare per l'Olimpia Milano, fu inserito nella 'rosa' per i Campionati Europei di Atene. 

In quella spedizione la Nazionale collezionò solo una sconfitta (dopo il 5-su-5 in un girone B di livello inferiore rispetto all'altro) ma fatale nei quarti di finale contro la Grecia di Nikos Galis che poi avrebbe vinto il titolo europeo ai danni della Russia nel tripudio dello Stadio "Eirinis kai Filias" al Pireo.

L'Italia giunse al quinto posto, battendo nel girone di consolazione ancora Polonia e Germania Ovest già incontrate in precedenza. L'apporto di Montecchi, che era il terzo playmaker dopo Brunamonti e Nando Gentile, fu di nove punti in quattro partite disputate.

Dopo l'esperienza gli Europei, Montecchi difese i colori azzurri anche nell'estate successiva in alcuni tornei e amichevoli contro squadre in preparazione ai Giochi Olimpici di Seoul a cui l'Italia non si era qualificata.

Il suo bilancio complessivo con la Nazionale Maggiore è di 26 presenze e 57 punti segnati.

Da anni Montecchi ha trasferito affari e famiglia oltre oceano, gestendo delle attività commerciali tra Florida e Santo Domingo.

IMMAGINI ALLEGATE

Darryl Dawkins con Riva e Montecchi ai tempi di Milano.

Piero Montecchi

Piero Montecchi contro Fantozzi in Gara-2 della Finale Scudetto il 20 maggio 1989 al PalaTrussardi

Piero Montecchi in maglia Tracer Milano, stagione 1987/88

Piero Montecchi in entrata contro il Nashua Den Bosch nei quarti di finale della Coppa Campioni il 10 dicembre 1987; segnò 24 punti nella vittoria 96-92 al PalaTrussardi  

Piero Montecchi contro Giampiero Savio in una partita del campionato 1989/90