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Nizza Federico

Federico Nizza ha indossato la maglia della Pallacanestro Milano per cinque stagioni; alto due metri, grande difensore e buon rimbalzista, ha giocato sia come post che come ala alta.

Nato a Firenze il 14 gennaio 1948, da una nobile famiglia con la musica nel sangue (la mamma era il soprano Claudia Biadi), ha seguito giovanissimo Arnaldo Taurisano in quel di Cantù.

Nel 1966 è stato selezionato nella Nazionale Juniores e partecipato ai campionati europei di categoria a Porto S.Giorgio (Italia terza, alle spalle di Russia e Jugoslavia), in una squadra che contava su Iellini, Meneghin, Zanatta, Polzot, Albonico e i fratelli Gergati e che annoverava nello staff tecnico, guidato dal CT Paratore, anche il prof. Guerrieri

Nizza era chiuso nella prima squadra della Oransoda Cantù dove regnava il “muro” costituito dai più esperti Burgess, De Simone e Merlati, e per questa ragione preferì il trasferimento a Vigevano, in serie B, dove allenava proprio Guerrieri.

"Dido" a Vigevano, che ebbe come assistenti prima Sales e poi Bianchini, fece giocare Nizza principalmente come ala alta. Data la sua velocità di base, lo utilizzò come perno della sua innovativa zona-press (novità assoluta per l'Italia) facendogli coprire la fascia di campo difensivo più ampia e più critica.

In serie B, Nizza era un giocatore di assoluto livello, tanto che Bianchini (che sotto pseudonimo scriveva sul Guerin Sportivo di Aldo Giordani) lo definiva - non certo in forma spregiativa - il “Bill Russel dei poveri”, in quanto come lo statunitense era l'incarnazione del gioco difensivo sotto canestro. La stoppata e la schiacciata erano nel bagaglio tecnico di Federico. Insomma l'atletismo è stata una caratteristica di Nizza, che per la corsa instancabile e il salto fu soprannominato dai compagni " uomo chiamato cavallo", a guisa del titolo di un famoso film dell’epoca.

Dopo due anni di gavetta a Vigevano che ogni volta aveva perso clamorosamente il treno per salire in A in maniera a dir poco rocambolesca, Garbosi, esperto general manager della All'Onestà, lo volle a Milano per la stagione 1968/69. La Pallacanestro Milano desiderosa di sfondare, quell'anno aveva anche acquistato il pivot Bovone ed assunto Vittorio Tracuzzi come tecnico. La squadra era ricca di individualità per cui Nizza doveva dividere il ruolo con Gatti, Zanatta e l'emergente Bertolotti. Pertanto a fine anno chiese ed ottenne il trasferimento in prestito alla Libertas Forlì in cambio dell'oriundo Tony Gennari.

Nizza, che nel frattempo aveva giocato alcuni tornei importanti con la Nazionale Militare, fu visionato dal commissario tecnico Giancarlo Primo perchè era il tipo di giocatore che gli piaceva: atletico, solerte, coriaceo, intelligente, anche se era chiuso nel ruolo da Bariviera, Zanatta e Bisson. Dopo essere stato inserito nella rosa dei 40 probabili olimpionici per Messico 68, e convocato nella Nazionale sperimentale Nizza fu chiamato, per un test in Nazionale A nel maggio 1970, in due incontri amichevoli, proprio nella settimana precedente i campionati del mondo, ma al dunque gli preferì il napoletano Antonio Errico. 

Nella stagione 1970/71, la All'Onestà aveva affidato la squadra al giovane Riccardo Sales, dopo avere esonerato, a metà della stagione precedente, Vittorio Tracuzzi.

Nizza fu ben lieto di tornare a vestire la maglia giallo-rossa, diventando uno specialista difensivo che però sapeva essere incisivo anche in fase offensiva.

Malauguratamente in quella stagione subì un trauma al tendine d'Achille i cui postumi lo accompagneranno nel proseguo della sua carriera, mettendo spesso alla prova la sua capacità di sopportazione del dolore.

I successivi tre campionati in maglia giallorossa videro Nizza fra i protagonisti con tre stagioni degne di nota.

Nella prima, quella in cui secondo i giornalisti la squadra era composta da giocatori mediocri e destinata alla retrocessione, la Mobilquattro si salvò brillantemente vincendo anche partite quasi impossibili in trasferta nonostante sia stata immeritatamente sconfitta dai cugini e dal Cantù. Ma il capolavoro quella squadra, composta non solo da generosi combattenti, lo fece in Coppa Italia giungendo terza e conquistandosi un posto per la Coppa delle Coppe.

L'anno successivo la squadra confermò il buon risultato in campionato e fece un miracolo giungendo alle semifinali di Coppa delle Coppe, fu eliminata per un arbitraggio in mala fede a Spalato dalla fortissima Jugoplastika.

Nizza ha concluso la propria esperienza sotto la "Madonnina" nel campionato 1973/74, dopo aver militato per cinque anni con 114 presenze in campionato e 162 totali, segnando un totale di 1396 punti. Il suo campionato migliore è stato il 1972/73 con 12,5 punti e 9 rimbalzi di media a partita. Nel campionato 1973/74 ricoprì anche il ruolo di capitano della squadra.

Nel 1974/75 approdò al Brill Cagliari dove ritrovò una nutrita pattuglia di ex “milanesi”, quali i veterani Eligio De Rossi e Massimo Lucarelli ed i giovani Lino Mascellaro e Enrico Barbieri. Una buona squadra con un buon americano, John Sutter, un valente allenatore Howie Landa, oltre alle speranze locali Serra e Vascellari, il Brill riuscì a sfuggire alla retrocessione (condannando l'Olimpia Cinzano).

Il buon risultato fu addirittura migliorato nelle due stagioni successive, grazie anche all’innesto dell’oriundo argentino Carlos Ferello, fino al 1976/77, in cui il Brill Cagliari terminò la prima fase addirittura classificandosi quinto (prima della Xerox). In questo biennio la squadra fu affidata da una saggia dirigenza della famiglia Pirastu al coach Carlo Rinaldi, buon allenatore forgiato a Pesaro. Alla fine di quel campionato Federico accusò il riacutizzarsi dell'infortunio subito anni prima al tendine d'Achille.

Alla fine dell'annata, dopo aver contribuito a consolidare Cagliari nel campionato di serie A e confermando le buone medie partita di punti segnati, rimbalzi, stoppate e palle recuperate oltre un'ottima difesa, Nizza è ritornato in continente a fronte di incarichi professionali extra sportivi.

Nel 1977/78 Nizza ha indossato la maglia della Algida Roma militante serie B insieme a Papetti e dove sempre a seguito di un serio peggioramento del trauma tendineo, ha chiuso la carriera agonistica di giocatore.

Nizza è passato nel 79/80 nei ruoli dirigenziali della SS Lazio Pallacanestro, dapprima come addetto stampa poi negli anni 80 come direttore sportivo, infine come Presidente dal 1984 al 2003, ottenendo buoni risultati dalla A alla B e sopratutto nel settore giovanile, nonostante budget minimali e praticamente in assenza di sponsor per la maggior parte delle stagioni.

Nel frattempo era entrato nel mondo dell'impresa, fondando una società per servizi professionali legali e finanziari per le Banche. Contemporaneamente, essendo appassionato agricoltore, aveva creato con la famiglia un' azienda agricola con annesso resort/ristorante e maneggio ad Anguillara Sabazia (Roma), attività che segue tuttora.

Persona eclettica ha importato in Italia la caccia alla volpe simulata ( drag hunt) a cavallo.

In età matura a circa sessant'anni ha conseguito, in pochi mesi, il brevetto di Primo grado nel salto ostacoli, ha ad oggi partecipato ad alcune centinaia di esibizioni di drag hunt in qualità di Master in Italia e Irlanda .

Nizza, l'uomo chiamato cavallo, ha sconfitto la malasorte ed ha continuato a saltare in sella a meravigliosi cavalli che lo hanno fatto riconciliare con lo sciagurato trauma al tendine di Achille.

Federico è il papà di Amarilli Nizza, una famosa soprano di livello internazionale che ha seguito le tradizioni di famiglia, e il nonno di Filippo Catarci, giovane più che promessa dell'equitazione Italiana nel salto ad ostacoli.

IMMAGINI ALLEGATE

Nizza, Bisson, Raga, Giroldi e De Rossi

Federico Nizza

Nizza in maglia Brill Cagliari