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Bitu Octaviana "Diana"

Octaviana Bitu, per tutti Diana, è nata nel 1943 in Romania a Bacau, cittadina della Moldavia, dove ha vissuto fino a 16 anni studiando e praticando la pallavolo.

Al termine del liceo si è trasferita a Bucarest per iscriversi alla facoltà di medicina con l'aspirazione di fare l'odontoiatra. Nella capitale si è dedica inizialmente al kajak con scarsi risultati e solo a 22 anni ha cominciato a giocare a pallacanestro con tanta passione per recuperare il tempo perduto.

Diana essendo alta 188 cm è stata subito impostata come pivot e in poco tempo ha debuttato nel Rapid nella prima serie rumena, con cui ha conquistato due scudetti.

Bitu è stata convocata anche nella nazionale della Romania disputando nel 1968 i Campionati Europei segnando 12 punti di media a partita. Con il Rapid nell'estate successiva è venuta in Sicilia per disputare alcuni tornei e si è innamorata dell'Italia e della nostra libertà, cominciando a meditare di lasciare il suo paese dove esisteva la dittatura di Ceausecu.

Nel 1970 ha disputato i Campionati Europei a Rotterdam segnando 10 punti di media a partita e, durante il banchetto finale, Diana si è alzata e ha chiesto al commissario politico il permesso di andare in bagno. Ha infilato la porta di uscita del ristorante e si è recata al più vicino commissariato di polizia per chiedere asilo politico.

Dopo pochi giorni trascorsi in un campo profughi ha ottenuto il passaporto di apolide che gli ha consentito di venire in Italia per giocare.

I regolamenti federali di allora però non consentirono un suo tesseramento. L'amore ha perà aggiustato ogni cosa: Diana ha incontrato Elio Levi, un arbitro italiano, che ha sposato nel 1971.

Il matrimonio le ha consentito, dopo tre anni trascorsi disputando il campionato promozione con l'Elettrocondutture di Milano, la Coppa dei Campioni come straniera nel Geas e il campionato di promozione con la Standa, di diventare finalmente Italiana.

Bitu, con la maglia della Standa appena scudettata, nel 1973 ha disputato la sua prima stagione nella nostra serie A. L'anno precedente era arrivata dall'Elettrocodutture ma non poteva ancora giocare in campionato. Con lei la squadra composta da Gorlin, Pareschi, Costa, Tessarolo, Milocco e allenata da Zigo Vasojevic era ancora fortissima ma non abbastanza per battere il Geas che si è ripreso lo scudetto. Diana è restata altri due campionati nella Standa eterna seconda, ed ha vinto nel 1975/76 la classifica assoluta dei marcatori.

Zigo per lei ha fatto un'eccezione consentendole di fumare nello spogliatorio e di bere il vino a tavola prima delle partite. 

Dopo l'esperienza milanese si è poi trasferita a Busto Arsizio e poi a Torino.

A 38 anni è stata sorprendentemente convocata in Nazionale da Bruno Arrigoni. Con la maglia azzurra ha disputato quattro partite e segnato 25 punti.

Rimane una delle poche cestiste ad aver indossato la maglia di due rappresentative nazionali differenti.

Diana ha quindi deciso di smettere con la pallacanestro e di mettere in cantiere l'erede, ma, appena finito lo svezzamento di Daniele, la neomamma ha ripreso a giocare a Busto Arsizio con cui a 40 anni ha ottenuto la promozione in A1.

Nel 1987 Diana si è trasferita con la famiglia in Spagna dove vive tuttora.

IMMAGINI ALLEGATE

Due bellissimi primi piani di Diana Bitu

Diana Bitu con la maglia della Standa contro il Geas

Diana Bitu con la maglia del Busto Arsizio.

Standa Milano 1972 composta da (in piedi) Tessarolo, Vaghi, Ghirri, Bitu, Fiorio, Milocco e (accosciate) Costa, Bozzi, Giammona, Apostoli, Alderighi, Pareschi.

Diana Bitu con la maglia della Ibici

Diana Bitu strappa un rimbalzo a Sandon, mentre Gorlin assiste alla scena in Standa Plia Castelli al Palalido nel 1973