Storia milanese


Standa Milano 'padrona' della Coppa Italia

La prima edizione della Coppa Italia femminile si tenne nel 1969, e divenne subito il 'giardino privato' della Standa Milano fino alla prima interruzione nel 1974: il club milanese in sei Coppe ottenne quattro successi, un secondo e un quarto posto, quest'ultimo (per sublime coincidenza) proprio nell'anno in cui vinse l'agoniato scudetto. Era infatti l'epoca in cui la Standa non riusciva a interrompere la maledizione del secondo posto in campionato, saziando la propria fame di vittoria nelle fasi conclusive delle stagioni agonistiche. Mutuando la soluzione adottata dal settore maschile, la Coppa Italia vedeva infatti scendere in campo le formazioni di serie A dopo la fine del campionato, esentandole dai turni preliminari.

Nel 1969, tra le protagoniste ci fu anche l'Elettrocondutture Milano che raggiunse i quarti di finale dopo un percorso sorprendente: entrata in gioco al secondo turno, l'Elettrocondutture battè prima l'Ultravox Brescia (43-52) e poi la Comense (61-49) sempre sul campo avverso. Negli ottavi di finale superò contro pronostico la Fiat Torino (52-49) reduce da un campionato di mezza classifica in Serie A; conlcuse il proprio cammino contro la Lamborghini Bologna di Viviana Corsini (35-44). La 'vendetta sportiva' sulla formazione felsinea avvenne in semifinale per mano della Standa. La squadra di Romano Forastieri, che in precedenza si era sbarazzata del Salerno (65-36) e della Bumor Roma (60-45) ebbe la meglio sulla Lamborghini con un perentorio 72-46, guadagnando la finale contro la Recoaro che aveva battuto in volata il GEAS Sesto. Vicenza di coach Vasojevic aveva superato la Standa in entrambi i confronti diretti del campionato, grazie ai quali aveva appena conquistato il suo quinto scudetto consecutivo relegando le milanesi all'ennesimo secondo posto. Ma nella finale del 4 giugno 1969 a Bologna, il duo Ghirri (19) e Alderighi (11) impostò una gara di puro dominio, conquistando la prima Coppa Italia con il punteggio di 48-37.

Per la sua seconda edizione fu introdotta la soluzione delle Final Four inaugurate quindi nel weekend del 4 e 5 aprile a Pisa. La Standa ci arrivò da grande favorita, non solo in qualità di detentrice del titolo, ma per aver spazzato via nei quarti di finale il GEAS Sesto (58-41) che l'aveva appena rimontata conquistando il suo primo titolo nazionale. La semifinale contro la neopromossa CUS Cagliari fu più combattuta del previsto (47-44), un segnale negativo che infatti si confermò il giorno successivo contro la Pepsi Treviso. Nel finale punto-a-punto, l'incisività di Nicoletta Persi (21 punti) fece la differenza con la difesa impostata da coach Lo Russo che riuscì a limitare Alderighi e Ghirri ai minimi nonostante gli sforzi di Umbertina Pareschi (14 punti).  In questa edizione, l'avventura dell'Elettrocondutture si esaurì agli ottavi di finale contro le ex-campionesse d'Italia del Vicenza (46-69) dopo aver eliminato ancora la Comense (69-38) e l'altra rappresentativa vicentina (la Conber) senza particolari problemi (64-32).

La Standa si riprese lo scettro a Faenza nel 1971 nel remake contro la Doris Tricot Treviso, con la quale aveva condiviso (insieme anche con Vicenza) il secondo posto in campionato a soli due punti dal GEAS-bis. Treviso si qualificò per la finale eliminando Trieste, che nei quarti aveva battuto di un solo punto (64-63) la coriacea Elettrocondutture Milano che poco tempo prima aveva finalmente conquistato la promozione in Serie A. La Standa, dopo le due agevoli trasferte in Sicilia contro Libertas Messina (96-31) e Agrigento (70-26), giunta ai quarti per la rinuncia del GEAS, sconfisse in semifinale la Recoaro Vicenza per 48-40. Per purissima coincidenza fu lo stesso punteggio con il quale le milanesi ebbero la rivincita contro Treviso, pescando "il jolly' con Renata Tessarolo (11 punti) più produttiva di Licia Toriser, seconda realizzatrice del campionato).  

Il 1972 fu l'anno magico per le milanesi: sia la Standa che l'Elettrocondutture raggiunsero le Final Four di fine maggio, con le prime a bissare il titolo dell'edizione precedente. Le vice-campionesse d'Italia, con coach Vasojevic al suo primo anno di gestione, eliminarono Lucca (104-44) e Faenza (62-49) impedendole di raggiungere le Final Four che si sarebbero volte in terra emiliana. L'Elettrocondutture dovette disputare anche il primo turno (62-39 contro la Julia Trieste), vincendo poi in casa della Altius Roma (63-45) e togliendosi la soddisfazione di battere Trieste (77-65), che l'aveva sconfitta nel doppio confronto di campionato. Nelle semifinali di Faenza, la Standa non ebbe problemi contro la Tre Bi Bologna (79-44), mentre l'Elettrocondutture vendette cara la pelle (45-56) contro Vicenza. Il 28 maggio nella palestra di Imola fu gara vibrante: con 16 punti Gianna Ghirri fu l'ipotetica MVP della finale, nella vittoria 45-44 in cui solo Lidia Gorlin per le vicentina fu l'altra giocatrice ad andare in doppia cifra, mentre Guzzonato (futura signora Cappellari) e Sandon rimasero a secco. Encomio per l'Elettrocondutture che concluse al quarto posto (perdendo anche la finale di consolazione 43-57 contro la Tre Bi Bologna), salvando l'onore dopo la retrocessione in campionato al primo anno e unico di esperienza in Serie A.

L'onta subìta in campionato, con lo Scudetto per la prima volta cucito sulla maglia della Standa, costrinse il GEAS a tornare in Coppa Italia nel 1973 dopo due anni sabbatici; e fu un trionfo. Mabel Bocchi e compagne furono una 'macchina da guerra' sbarazzandosi senza lasciar fiato a Stelle Marine Ostia (104-42), Palermo (88-47) e persino Tre Bi Bologna (75-53) nella prima semifinale di Genova. Anche la Standa aveva sfiorato due volte i...cento punti di scarto (114-28 al Firenze e 116-22 al Chiavari), ma dopo aver perso 51-48 contro Vicenza la squadra di Vasojevic staccò la spina e lasciò il terzo posto alle felsinee. Nella finalissima di Rapallo il GEAS, con quattro giocatrici in doppia cifra (di cui 26 di Bocchi) umiliò le vicentine per 74-38 (di cui 22 di Wanda Sandon).

L'ultima Coppa Italia fu alzata dalla Standa nel 1974, in un'edizione dalla superiorità inconfutabile. Pur al termine di una stagione pesante per lo stress di campionato (secondo posto dietro...il GEAS) e di Coppa Campioni, la Standa condotta da una Fiorella Alderighi incontenibile in attacco, vinse sempre con scarti imbarazzanti: 75-31 al Basket Treviso (di Serie B) nel terzo turno, 70-38 all'Ignis Varese nei quarti, 76-44 al Vicenza nella semifinale e 60-39 alla Pagnossin Treviso nella finalissima di Torino con il sostanzioso contributo anche di Renata Tessarolo e Diana Bitu.   

Per porre fine al dominio milanese, la Coppa Italia fu interrotta per dieci anni... 

IMMAGINI ALLEGATE

Profumo di vittoria in casa Standa