Racconti


Luigi Parodi e i tornei Sanremesi

Contributo di Luigi Parodi per il Museodelbasket-milano.it

A metà circa del secolo scorso, per alcuni compagni di scuola e di squadra, approdati da poco in serie C in una città come Genova, dove di pallacanestro ce ne era poca, il torneo di Capodanno a Sanremo era un richiamo incredibile. Quindi levatacce, treno, pasti a base di sardenaira (*) e indigestione di … partite. Tutte ad altissimo livello. Occasione ghiotta in tempi in cui per vedere partite vere dovevi allontanarti da Genova.

Non riesco a ricordare quanti “Sanremo” ho visto, ma ricordo bene le giravolte in sospensione di Stefanini, i passaggi fulminei di Rubini, le parabole perfette di Romanutti. Ricordo Pagani, Sforza, Reina, Padovan, Gamba. Come ricordo a bordo campo Bogoncelli, Casati, il basco di Bassi, il fotografo Valfrido Chiarini. Eravamo diventati tifosi della squadra di Milano.

A Sanremo in quegli anni abbiamo visto il meglio dell’Europa. Ricordo Roger Antoine del PUC (Paris Université Club), ricordo i greci Aristidis Roubanis e Mimis Stefanidis del Panellinios di Atene, i ceki Ivo Mrazek e Zdeněk Bobrovský dello Spartak di Brno. Ma ci avevano colpito notevolmente i portoricani del Real Madrid “Freddy” Borras e Guillermo Galindez e lo spagnolo Arturo Imedio.

Prima di trasferirmi a Milano per lavorare a “La Notte”, ho incontrato due di quei mitici giocatori del Borletti. Il primo, Beppone Sforza, sul campo. Aveva finito la carriera nel Tosi di Legnano e col CUS Genova capitammo nello stesso girone di serie B. Il secondo, Ricky Pagani, ci apparve una domenica sera sul treno col quale rientravamo a Genova da una trasferta a Trieste. Ricky era salito a Milano e si era sistemato in uno scompartimento non lontano dal nostro. Non osavamo disturbarlo, ma avremmo voluto sapere da lui come era andata la sua partita. Uno di noi osò. Avevano vinto. Non avremmo dovuto aspettare i giornali del lunedì.

A dir la verità, un paio di assaggi di buona pallacanestro li avevamo avuti anche a Genova. Precisamente Italia - Cecoslovacchia del 30 aprile 1949 e Italia – Francia del 17 marzo 1951. In quegli anni (dal 1946 al 1954) era presidente della FIP Aldo Mairano, milanese di nascita ma genovese per “ragioni di lavoro” (imprenditore nell’industria alimentare). Mairano favorì la scelta di Genova per quelle due partite della nazionale, facendo trasformare la piscina coperta comunale in campo di pallacanestro. Situata nella zona di Albaro, la piscina venne “riempita” con una struttura di legno che reggeva parquet e relativi canestri. A quell’epoca a Genova non esistevano altri impianti per manifestazioni al coperto.

Ricordo la partita del 1951 contro la Francia: uno strepitoso Sergio Stefanini (20 punti) e un indimenticabile Vittorio Tracuzzi (10 punti) che segnò un canestro da… seduto per terra. Lo score finale 54 a 53 assegnò la vittoria alla Francia, probabilmente per un errore del segnapunti che attribuì un canestro italiano agli avversari.

(*) sardenaira (a Sanremo il prodotto ha ottenuto la denominazione comunale d'origine); è una specialità della cucina ligure risalente al 1300, oggigiorno diffusa nella provincia di Imperia, Montecarlo e Nizza; è una focaccia, filetti di acciughe sotto sale dissalati, olive e aglio; successivamente all'importazione in Europa di nuovi alimenti dopo la scoperta dell'America, alla ricetta originale è stato aggiunto il pomodoro.

IMMAGINI ALLEGATE

Bassi in una foto scattata il 1 gennaio 1952 a Sanremo, ove il Borletti vinse il trofeo (ancora in assenza di coppe di club FIBA) nella manifestazione antesignana della Coppa Europa.

1 gennaio 1952: vittoria al torneo di sanremo: Si riconosco Rubini, Romanutti, Stefanini, Pagani, Gamba, Basset, Casati, Sforza.