Persone
Guido Carlo Gatti nell'Olimpo degli Indimenticabili
In tutti i pensieri che i protagonisti di #museobasketmilano e degli altri gruppi di ascolto del basket hanno voluto esprimere nel ricordo di Guido Carlo Gatti c'è un'unica definizione comune: un galantuomo. Salutiamo per l'ultima volta un atleta straordinario, a detta di tutti un compagno di squadra eccezionale, un uomo dagli occhi dolci.
Ne ricordiamo la splendida umiltà dimostrata alle nostre reunion a cui non ha voluto mancare ma nelle quali ha preferito più ascoltare gli altri, anche se spesso avrebbe avuto ben altro diritto di parola.
Riportiamo il pensiero di commiato che il dr. Giorgio Papetti, presidente del Museo del Basket-Milano ha voluto rivolgere al 'Marchese':
"Ho visto per la prima volta giocare Guido Carlo Gatti nel 1964 al Palalido quando militava nella squadra All'Onestà; già nel riscaldamento, vedendolo schiacciare all'indietro (ora si direbbe 'reverse') restai impressionato dal suo atletismo. Credo fosse l'unico italiano all'epoca che potesse competere in elevazione con i giocatori afroamericani presenti del nostro campionato.
Divorava il campo con balzi da triplista, zompava con l'arresto e tiro scoccando la palla ad altezze proibitive, era uno spettacolo nello spettacolo. Perché unico nel suo genere non lo presi come esempio da imitare, ma contribuì sicuramente a farmi appassionare al basket.
Quando lo conobbi personalmente notai subito la sua gentilezza e signorilità; divenimmo in seguito anche amici, ci siamo frequentati molto anche se negli ultimi tempi, purtroppo, ci sentivano per telefono. Nientemeno ha voluto contribuire alle nostre iniziative, donando parte dei suoi ricordi cestistici alla causa del Museo. Un grande campione e un gentiluomo."
R.I.P. Guido Carlo
Ciao da Papo, Mauro, Paolo, Stefano, Demo, Alberto, Robi, Chito e tutto il Museo del Basket-Milano