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Gli anni 1988 e 1989: il dopo Peterson

Nel 1988 Dan Peterson, dopo nove anni a Milano, decise di smettere di allenare a causa del troppo stress. La panchina dell’Olimpia fu affidata al suo fidato assistente Franco Casalini. La formazione subì diverse modifiche con la partenza di Franco Boselli e Vittorio Gallinari dopo anni di onorata militanza e dell'americano Ken Barlow assoldato dai rivali di coppa del Maccabi Tel Aviv. I nuovi arrivati furono Rickey Brown, centro di 208 cm con un discreto passato nella NBA e prelevato da Brescia nonchè i giovani Piero Montecchi designato erede di Mike D'Antoni, Massimiliano Aldi (da Livorno) e la promozione in prima squadra di Fabrizio Ambrassa.

Casalini fece spesso giocare contemporaneamente Montecchi e D’Antoni, a scapito di Roberto Premier limitato da problemi di infortunio. Il quintetto base più utilizzato èfu composto da D'Antoni, Montecchi, McAdoo, Meneghin, Brown.

La Tracer nella regular season del Campionato di Serie A arrivò seconda; nei play-off eliminò il Banco di Roma (2-1) e la Vismara Cantù (2-0) perdendo nettamente la finale Scudetto contro la Scavolini Pesaro per 3-1 (90-82, 86-83, 108-115, 98-87). 

Il miglior marcatore della squadra fu il solito Bob McAdoo con 28 punti a partita mentre “Arsenio Lupin“ primeggiò ancora nella classifica assoluta delle palle recuperate.

Nel contempo l’Olimpia Milano continuò la sua fantastica striscia di successi in campo internazionale, conquistando la Coppa Intercontinentale (l'ultima edizione) a settembre al PalaTrussardi e bissando il trionfo in Coppa dei Campioni (la terza in bacheca), in finale ancora contro il Maccabi Tel Aviv alle Final Four di Gand. 

La formazione della Tracer Olimpia Milano vincitrice della Coppa dei Campioni 1988 fu composta da D'Antoni, Montecchi, McAdoo, Meneghin, Brown, Premier, Pittis, Aldi, Bargna, Governa, Ambrassa.

Nel 1988/89 sulle magliette dell’Olimpia scomparì il marchio Tracer, sostituito da quello della casa madre 'Philips'.

Franco Casalini e Toni Cappellari decisero di dare un diverso taglio tecnico alla struttura della squadra, lasciando andare il pivot Brown e firmando l'ala Bill Martin. Per la panchina, Ambrassa, Bargna, Governa lasciarono il posto a Marco Baldi, Davide Pessina e ai giovani Chiodini e Portaluppi, quest'ultimo che poi avrà un grande futuro nell’Olimpia Milano.

La Philips nella regular season non convinse. Casalini corse ai ripari tagliando Martin in favore di Albert King, subentrato quasi al termine della stagione regolare: era un’ala piccola di 198 cm con un illustre passato sia universitario che profesionistico, che non potè esprimersi al meglio poichè reduce da un periodo tartassato da alcuni infortuni muscolari.

La detentrice Scavolini arrivò prima nella stagione regolare mentre la Philips Milano si piazzò solo al quinto posto. Nei quarti di finale dei play-off la Philips sconfisse 2-0 la Benetton Treviso e in semifinale dovette affrontare proprio la favorita Scavolini. In gara-1 a Pesaro, quando le sorti della partita erano ormai a favore dei padroni di casa, Dino Meneghin cadde a terra colpito alla testa da una moneta tirata dagli spalti. Per questo evento increscioso la vittoria fu assegnata a tavolino 20-0 alla squadra milanese. In gara-2 la Philips, giocando una partita magistrale e grazie all'esplosione del giovane Ricky Pittis, vinse a Milano 85 a 82 eliminando cosi i campioni d'Italia in carica.

Il tabellino della partita:

Philips 85: Meneghin 4, Montecchi 3, D’Antoni 10, Premier 3, Pessina 7, Pittis 25, McAdoo 18, King 15, Baldi, Aldi.
Scavolini 82: Vecchiato, Zampolini 5, Minelli, Gratis 17, Magnifico 24, Costa 6, Daye 19, Nixon 11, Ferro, Silvestrin. 

Nella Finale Scudetto, la Philips dovette affrontare la Enichem Livorno al meglio delle cinque partite con lo svantaggio del fattore campo. 

I tabellini della finale contro l’Enichem Livorno:

Gara 1 a Livorno 

Enichem 92: Tonut 13, Fantozzi 14, Carera 8, Forti 19, De Raffaele 3, Alexis 26, Wood 9, Pietrini, Pelletti, Tedeschi.
Philips 79: Meneghin 10, Montecchi 3, D’Antoni 6, Premier 11, Pessina 2, Pittis 9, McAdoo 20, King 18, Baldi, Aldi.

Gara 2 a Milano

Philips 100: Meneghin 9, Aldi 7, Montecchi 14, D’Antoni 18, Premier 19, Baldi, Pessina 2, Pittis 9, McAdoo 20, King 2.
Enichem 81: Tonut 17, Fantozzi 18, Carera 14, Forti 13, Pietrini, De Raffaele 1, Alexis 11, Wood 7, Pelletti, Tedeschi.

Gara 3 a Livorno

Enichem 69: Tonut 10, Fantozzi 13, Carera 8, Forti 14, Pietrini, Alexis 20, Wood 4, Rossi, De Raffaele,  Pelletti.
Philips 73: Meneghin 3, Aldi 2, Montecchi 11, D’Antoni 6, Premier 9, Pessina 8, Pittis 5, McAdoo 13, King 16, Baldi.

Gara 4 a Milano

Philips 77: Meneghin 16, Aldi 5, Montecchi 11, D’Antoni 6, Premier 7, Pittis 2,McAdoo 23, King 7, Baldi, Pessina.
Enichem 83: Tonut 13, Fantozzi 17, Carera 9, Forti 14, Alexis 19, Wood 11,  Rossi, De Raffaele, Pelletti.

Nella decisiva, concitata ed emozionante gara 5, a Livorno, l’Olimpia Milano era avanti di un punto a pochi secondi dalla sirena finale. Nell'ultima azione il livornese Andrea Forti realizzò in entrata il canestro del sorpasso decisivo. I giocatori toscani esultarono, il pubblico livornese invase il campo e portarono in trionfo i suoi beniamini. Dopo due ore di conciliaboli tra i giudici di tavolo e gli arbitri dell’incontro, fu aggiudicata la vittoria per 86-85 alla Philips Milano, definendo l’ultimo tiro scoccato dopo lo scadere del tempo. La decisione scatenò una bolgia infernale surriscaldando ulteriormente gli animi che già al rientro dei milanesi negli spogliatoi erano passati alle vie di fatto. 

Riportiamo i tabellini della storica partita:

Enichem 85: Tonut 11, Fantozzi 18, Carera 13, Forti 6, De Raffaele. Alexis 32, Wood 5, Pelletti, Pietrini, Rossi.
Philips 86: Meneghin 10, Aldi 2, Montecchi 2, D’Antoni 9, Premier 20, Pessina 8, Pittis 6, McAdoo 7, King 22, Baldi.

La Philips Olimpia Milano contro pronostico si aggiudicò il suo ventiquattresimo scudetto.    

 La formazione della Philips Olimpia Milano Campione d’Italia 1989: Massimiliano Aldi, Matteo Anchisi, Marco Baldi, Bill Martin (tagliato), Alessandro Chiodini, Mike D'Antoni, Albert King, Bob McAdoo, Dino Meneghin, Piero Montecchi, Davide Pessina, Riccardo Pittis, Flavio Portaluppi, Roberto Premier. Allenatore: Franco Casalini.

Il miglior marcatore della squadra fu McAdoo con 18 punti a partita ma Albert King con i 22 punti della gara 5 passò dalle critiche al trionfo.

IMMAGINI ALLEGATE

Scavolini Pesaro - Philips Milano 1988/89 : semifinale. Si riconoscono D'Antoni, Pittis e McAdoo per la Philips e Magnifico e Daye per Scavolini.

Meneghin (Philips), colpito da una moneta alla testa, è a terra, soccorso dal medico e dal massaggiatore della Scavolini. Si vede tra i soccorritori anche Massimo Cosmelli, direttore sportivo Scavolini. D'Antoni e McAdoo sono increduli spettatori. Cappellari (GM Philips) e Faina (Vice allenatore Philips) stanno accorrendo. All'ingresso degli spogliatoi i giocatori delle due squadre si voltano a vedere la scena e si scorge King (Philips) e Magnifico (Scavolini).

Mike D'Antoni e Darren Daye nella finale scudetto del 1988 a Pesaro.

Un giovane Riccardo Pittis con la maglia scudettata, e campione d'Europa, della Tracer.

Dino Meneghin e Bob McAdOO dopo la vittoria della Coppa dei Campioni nel 1988

Albert King

Formazione della Philips Olimpia Milano Campione d'Italia 1988-89: Massimiliano Aldi, Albert King, Dino Meneghin, Marco Baldi, Bob McAdoo, Davide Pessina, Riccardo Pittis (in piedi) Pippo Faina (assistente), Matteo Anchisi, Piero Montecchi, Giovanni Gallotti (masseur), Roberto Premier, Mike D'Antoni, coach Franco Casalini (era in 'rosa' anche Billy Martin)