Società


La nascita: la storia della Borletti

La storia della Borletti/Olimpia si sovrappone con quella della Serie A: è inevitabile che succeda raccontando le vicende sportive della società che ha vinto 30 volte lo scudetto dal 1930 ad oggi ed è stata sempre protagonista nella pallacanestro italiana.

Il 1º maggio 1925 il governo istituì l’Opera Nazionale del Dopolavoro (OND), associazione col compito di occuparsi del tempo libero dei lavoratori. L’OND curò l'elevazione morale e fisica, attraverso lo sport, l'escursionismo, il turismo, l'educazione artistica, la cultura popolare, l'assistenza sociale, igienica, sanitaria, ed il perfezionamento professionale.

Troviamo testimonianza delle OND già nel 1927 nel mondo della “palla al cesto” femminile con la presenza del Cotonificio Cantoni di Castellanza, che giunse secondo in campionato.

La Borletti, azienda di Milano, proprietaria dei marchi Veglia (orologi, tachimetri e contachilometri) e Borletti (macchine per cucire), concesse nel 1930 al suo dopolavoro di formare una squadra di pallacanestro composta dai propri impiegati, il “Dopolavoro Borletti” e di iscriverla ai campionati minori.

La famiglia Borletti  scelse il colore granata per le maglie di gioco, concesse l’uso gratuito dei propri terreni di via Washington prima e di via Costanza dopo la guerra, da usufruire come campi di gioco e restò proprietaria della squadra fino al 1947.

Tre delle dieci squadre partecipanti alla massima divisione maschile del 1931, la Isotta Fraschini, la Fiat di Torino e il Dopolavoro Postelegrafonico di Milano, furono dopolavoristiche.

La squadra della Borletti nel 1932, rafforzatasi anche con alcuni giocatori non suoi dipendenti come Enrico Castelli, ottenne il terzo posto nel campionato nazionale. Castelli, prelevato dalla disciolta squadra del Dopolavoro Isotta Fraschini, divenne in seguito il capitano vittorioso della squadra, partecipò nella Nazionale alle Olimpiadi di Berlino del 1936, diventò presidente della federazione pallacanestro e commissario del CONI per l’Alta Italia nel 1945. Nel 1933 il Dopolavoro Borletti confermò il terzo posto in campionato, nel 1934 arrivò secondo dietro la Ginnastica Triestina e nel 1935 la squadra non partecipò alle finali poiché fu eliminata nel girone di qualificazione.

Nel 1936 sotto la guida di Giannino Valli, che giocando nell’A.S.S.I. Milano aveva vinto cinque scudetti negli anni ’20, il Dopolavoro Borletti vinse il suo primo titolo nazionale.

La Borletti giocò le partite casalinghe sul campo all’aperto, in terra battuta grigia, di via Washington 33. Non essendoci le tribune, lo scarso pubblico poté assistere alle partite in piedi a ridosso delle righe del campo, segnate con la calce. I canestri avevano i tabelloni di legno.

La Borletti contribuì alla spedizione azzurra alle Olimpiadi del 1936 con tre suoi giocatori: Castelli, Giassetti e Paganella che fu il nostro miglior realizzatore con 41 punti.

Nel 1937 parteciparono al campionato sedici squadre che furono divise in due gironi. Un girone fu vinto dalla Borletti, l’altro dalla Filotecnica di Milano. La finale scudetto, al meglio delle tre partite, fu pertanto un derby stracittadino. La Borletti vinse nettamente gli incontri con punteggio 40-29 il primo e 40- 26 il secondo.

Nel 1938 il campionato si svolse a girone unico. La Borletti, che ingaggiò Mino Pasquini, Campione d’Italia con la Ginnastica Roma nel 1931, 1933 e 1935, vinse per la terza volta consecutiva lo scudetto. Seconda arrivò la Virtus Bologna e terza si classificò la Filotecnica Milano.

Nel 1939 la Borletti fece poker, precedendo la Ginnastica Triestina e la Virtus Bologna. Formazione: Bianchi, Brusoni, Castelli (cap.), Canetta, Paganella, Pasquini, Marinone; all.Valli.

Nel 1940 Castelli smise di giocare, Paganella fu chiamato alle armi durante il campionato e Novelli andò a giocare nella Ginnastica Triestina dove vinse lo scudetto nel 1940, 1941, 1942. La Borletti giunse settima, superata anche dalla Pirelli Milano, che arrivò terza.

Formazione della Borletti 1940: Paganella, Cicoria, Croce, Sacchi, Canetta, Conti, A.Pagani, Corti, Garavaglia, all. Valli.

Nel 1941 il Dopolavoro Borletti giunse secondo, ad un solo punto in classifica dalla squadra vincitrice della Ginnastica Triestina.

Formazione della Borletti 1941: Paganella, Sacchi, A.Pagani, Garavaglia, Ghisi, Gatto, Dietrich, Miglio, Quintè, all. Valli.

Nel 1942 la Borletti si dovette accontentare di un quinto posto.

Formazione della Borletti 1942:  Sacchi, A.Pagani, Garavaglia, Ghisi, Canetta, Miglio, Sforza, Antononi, all. Valli.

Nel 1943 la Borletti giunse di nuovo quinta. Fu penalizzata di tre punti in classifica per tre rinunce a disputare le partite. Ci sfuggono i motivi di queste sue tre defezioni. La squadra del GUF di Palermo abbandonò il campionato a causa dello sbarco degli alleati in Sicilia. 

Formazione della Borletti 1943:  Sacchi, A.Pagani, Ghisi, Canetta, Sforza, Butti, Lazzaroni, Gassin; all. Valli.

Nel 1944 e nel 1945 non fu aggiudicato il titolo di Campione d’Italia.

 

IMMAGINI ALLEGATE

Borletti Milano 1936

Borletti Milano 1937

Borletti Milano 1939

Lo stabilimento Borletti in via Washington nel 1926