Racconti


La mia prima partita con la maglia del Simmenthal

Racconto di Mauro Cerioni, giocatore Simmenthal anno 1967/68.

Ricordo moltissimi episodi della mia carriera cestistica e mi sembra ieri il debutto con la Nazionale, ma stranamente ho un ricordo nitidissimo di un episodio antecedente un paio di ore la mia prima partita con la maglia Simmenthal, ma nebbia totale sull’incontro.

Sicuramente ho giocato, perché Rubini, che oltre ad essere un valentissimo allenatore era un grandissimo psicologo, utilizzava sempre gli ultimi arrivati in modo da immergerli immediatamente nell’atmosfera Simmenthal e renderli parte integrante del gruppo.

Siamo nella stagione 1967/68. Arrivo da una modesta squadra di B (la Italsider di Genova) e il Simmenthal è parzialmente rinnovato (Vianello è andato a Venezia, Chubin è tornato negli USA) e Brumatti ed io, oltre a Rosi e Ferracini, siamo i novellini.

Facciamo la nostra preparazione precampionato, qualche partita di allenamento a porte chiuse e dopo un mesetto dobbiamo andare a debuttare, in amichevole precampionato, a Vigevano (che giocava al tempo in B, la seconda serie).

Da pivellino non mi pongo il problema del numero di maglia, convinto che il giorno della distribuzione degli indumenti mi si chieda i miei gradimenti. Invece, silenzio assoluto.

Nel giorno dell’amichevole, con la squadra radunata in sede in attesa della partenza, Rubini ci dice di andare dal magazziniere a ritirare gli indumenti da gara. Il magazziniere consegna a ciascuno i propri effetti iniziando dai senatori. Tutti ritirano, ringraziano e se ne tornano nel salone e rimaniamo per ultimi Brumatti ed io.

Il magazziniere sbrigativamente ci consegna il tutto, senza dire una parola e noi, facendo gli indifferenti al pari dei “senatori”, torniamo insieme agli altri. Non ricordo il numero che mi avevano assegnato d’ufficio, ma ricordo invece cosa feci subito, malgrado Rubini ci avesse avvertito di non allontanarci perchè il pullman stava arrivando e di tenerci pronti per salirvi a bordo.

Mi fiondai come un razzo nella mia cameretta (era al primo piano della sede di Via Caltanisetta), mi svestii completamente ed indossai calzoncini, maglia da gioco e calzettoni e dopodiché mi misi davanti allo specchio a rimirarmi.. Ero estasiato nel vedere la maglia rossa con la scritta Simmenthal e mi misi ad accarezzare lo scudetto appuntato sul petto. Ricordo che in quel momento di intensa felicità (mi sembrava di toccare il cielo con un dito) c’era un profondo rammarico: non avere vicino i miei genitori per fare vedere il proprio figlio con la maglia dei campioni d’Italia.

Racconto inviato e quindi riservato per il Museodelbasket-milano.it.

IMMAGINI ALLEGATE

Mauro Cerioni con la maglia n.10 del Simmenthal "schiaccia" in occasione di un incontro al Palalido di Milano.