Società


Nasce l'Olimpia Milano (1946 - 1948)

Dopo la morte nel 1939 del Conte Senatore Borletti, senatore di nome e di fatto, gli eredi ridussero il budget per il Dopolavoro.

Le rinunce a giocare tre partite in trasferta nel 1943 furono il presagio di forti problemi economici. La squadra non adeguatamente potenziata arrivò ultima nel girone di semifinale del campionato 1946. La formazione era composta da Paganella (cap.) A.Pagani, Dietrich, Sforza, Annoni, Canetta, Balbiani, Gabbini, Cosonni, Miglio, Pegurri. Allenatore Fedeli.

La Borletti venne superata in classifica e battuta sul campo 36 – 29 dalla Triestina Milano.             

Fu questo il primo storico incrocio tra due società così diverse, ma forse così pronte per stare insieme.

Per risalire alle origini della Triestina Milano non bisogna tornare troppo indietro nel tempo. Alla fine dell'aprile 1945 a 450km di distanza da Milano, la città di Trieste stava combattendo l'occupazione nazista con tutte le sue forze: i 'Volontari della Libertà' vinsero gli scontri più accesi, e i tedeschi parevano arrendersi; ma il 1 maggio l'esercito jugoslavo precedette gli alleati all'arrivo in città e si prese non solo l'ingiusto merito della liberazione ma anche il controllo del territorio. Il 3 maggio 1945 Trieste fu dichiarata annessa alla Jugoslavia del Maresciallo Tito e nel contempo iniziò una feroce repressione nei confronti dei filo-italiani.

Molti giovani italiani, preoccupati, scapparono. Dopo poco tempo (il 9 giugno) un trattato internazionale dichiarò Trieste territorio libero sotto la amministrazione anglo-americana. Trieste restò per molto tempo un’enclave, circondata da territori jugoslavi. 
Alcuni giocatori di Pallacanestro tra i quali Cesare Rubini, furono invitati a Milano da un giovane imprenditore trevigiano, Adolfo Bogoncelli appassionato di basket, per fondare la squadra della Triestina Milano con il contributo economico del Partito d’Azione, sostenitore dell’italianità della città giuliana. Il nucleo base della Triestina Milano era composto da Cesare Rubini, Fabiani, Sumberaz, Giovanni Miliani, Pitacco, Pellarini, Locchi e Sader.
Qualche mese più tardi, al momento di organizzare il primo campionato italiano del dopoguerra, le tre squadre di Trieste riuscirono tra molte difficoltà ad affrontare il torneo, con i buoni risultati di S.Giusto e Ginnastica che si fermarono al Girone di Semifinale. La Ginnastica, tra l'altro, giocò nel Gruppo A contro entrambe le milanesi Borletti e Triestina, ma tutte lasciarono il passo alla Reyer Venezia per le finali di Viareggio.

Nel 1946/47 la Triestina Milano, senza più la sovvenzione del Partito d’Azione, per non rinunciare dovette emigrare sul lago e cambiare il nome in Pallacanestro Como. Forte dei 'nazionali' Rubini, Pellarini e Sumberaz uniti al talentuoso Nino Miliani, la Pall. Como vinse il proprio gruppo, guadagnò l'accesso al girone di semifinale dove però prevalse la Virtus Bologna, pochi giorni dopo campione d'Italia. Nel contempo il Borletti guidato dal tecnico Fedeli (e con la formazione composta dal capitano Paganella, Reina, Dietrich, Sforza, Balbiani, Sturaro e Sivieri) si classificò solo quarto nel proprio raggruppamento e fu retrocesso nella seconda serie.

Nel 1947-48 il massimo campionato si articolava su due gironi. Bogoncelli decise di ritornare a Milano, cambiò di nuovo nome al team in Olimpia Milano e disputò gli incontri in un capannone all’interno della Fiera di Milano. Da Trieste arrivò un altro rinforzo, il tiratore Agostino Miliani, fratello di Giovanni. Fu un acquisizione che aumentò notevolmente il tasso tecnico della squadra con colui che, dopo l'unica stagione milanese, tornò nelle zone d'origine vincendo la classifica marcatori del 48/49 con il S.Giusto Trieste e finendo terzo l'anno seguente con l'Itala Gradisca dietro nientemeno che Romanutti e Stefanini. L’Olimpia si classificò seconda del Girone A dietro la Reyer Venezia e in una sorta di playoff ante litteram chiuse al terzo posto dietro Virtus Bologna e Roma. Nel contempo, il Borletti, che aveva disputato il campionato di seconda serie, venne promosso in serie A. I nomi della prima Olimpia Milano erano: Pellarini, Beretta, Giovanni Miliani, Agostino Miliani, Sumberaz, Gassin, Damia, Fagiani, Rubini nella doppia veste di giocatore e allenatore.

A pochi giorni dall’inizio del campionato 1948-49, il primo del dopoguerra a girone unico, fu attuata la fusione tra Olimpia e Borletti che conservò  il proprio nome sulle magliette. Grazie a una felice intuizione, Bogoncelli riuscì, con un artificio, a far nascere la neonata Olimpia Milano nel 1936, anno del primo scudetto della Borletti, facendo valere il principio della continuità sportiva tra la vecchia società e la nuova. Con i meriti sportivi della precedente gestione (il Dopolavoro Borletti nacque nel 1930), Bogoncelli partorì la sua nuova creatura già vincente, con quattro scudetti in dote nel palmares; una geniale trovata di marketing in linea con l'idiosincrasia del suo creatore verso le sconfitte.

Fu questo l'inizio di una grande storia, di sport ma soprattutto di uomini. Neanche un  lungimirante imprenditore come Adolfo Bogoncelli, avrebbe potuto immaginare che nella Hall of Fame di Springfiield, ci sarebbe poi stato un quintetto di giocatori dell’Olimpia Milano. Cesare RubiniSandro GambaDino MeneghinBill Bradley e Bob McAdoo hanno, infatti, avuto il massimo riconoscimento del basket mondiale.

IMMAGINI ALLEGATE

Adolfo Bogoncelli

Pallacanestro Como 1946/47. Bogoncelli per evitare il fallimento della sua squadra Triestina Milano, si trasferisce per un anno a Como dove gioca in un capannone. Il n.9 è Cesare Rubini.

Adolfo Bogoncelli, fondatore dell'Olimpia

La formazione dell’Olimpia Milano 1948: con il presidente Adolfo Bogoncelli si riconoscono Cesare Rubini (allenatore e giocatore con il nr 9), Agostino Miliani (il secondo in piedi da sinistra con il nr 4) e il fratello Giovanni (il primo accosciato da sinistra). Componevano la rosa anche Pellarini, Beretta, Sumberaz, Gassin, Damia, e Fagiani