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Rogers John Bernard "Johnny"

Nel suo peregrinare lungo sedici stagioni sui parquet di tutta Europa, John Bernard "Johnny" Rogers, californiano di Fullerton, classe 1963 e dall'inconfondibile capigliatura rossa, si è fermato per una stagione anche all'Olimpia Milano. Era la stagionel 1991/92, l'anno della Philips Milano, scottata dalla finale persa con Caserta, che lo aveva scelto come complemento alla debordante presenza sotto le plance di Darryl Dawkins.

Rogers era reduce dai suoi primi tre campionati in Spagna: nel 1988/89 era sbarcato al Real Madrid dopo un biennio NBA vissuto in trasparenza con le maglie dei Sacramento Kings (che lo avevano scelto con il n.34 al secondo giro ai Draft del 1986) e dei Cleveland Cavs, per un totale di 69 partite con 251 punti totali e nessuna tripla a segno, un paradosso con quello che poi diventerà in Europa un suo marchio di fabbrica.

Con il Real conquista la Copa del Rey in finale con Barcellona, e soprattutto la Coppa delle Coppe nell'indimenticabile finale di Atene contro Caserta; nel 117-113 ai supplementari, i suoi 23 punti passarono quasi inosservati davanti allo show tra Drazen Petrovic e Oscar Schmidt a suon di canestri (62 il primo, 44 il secondo).

A fine stagione, Rogers decise di passare al Valencia dove, dopo un primo anno a più di 20 punti a gara, subì un importante infortunio che lo costrinse ai box per la maggior parte della stagione 1990/91.

L'approdo milanese fu decisivo per la sua carriera, non solo per un rilancio ma anche per la trasformazione tecnica che gli impose coach Mike D'Antoni. Da ala piccola, il tecnico milanese lo trasformò in "numero 4", capace di correre in transizione e con la licenza di colpire dall'arco dei tre punti. In questa veste Rogers ha accumulato cifre di tutto rilievo (566 punti e 235 rimbalzi in 33 partite) dividendo il minutaggio con Davide Pessina.

E' anche il miglior marcatore dei milanesi (122 punti) in Coppa Italia, senza però evitare l'eliminazione (per un solo punto di scarto) da parte della Scavolini Pesaro nei quarti di finale.

Le maggiori soddisfazioni dell'esperienza milanese arrivano dalla Coppa dei Campioni. Partita in sordina nel Girone B, la Philips dopo capodanno non perde più una partita fino alle Final Four di Istanbul, ottenute eliminando con un secco 2-0 il Barcellona. Nella semifinale con il Partizan, i milanesi (con 19 punti di Rogers) sono avanti di 4 all'intervallo ma subiscono il sorpasso di Djordjevic e Danilovic in un finale (75-82) in cui resiste il solo Dawkins.

Milano chiude poi al terzo posto finale, sconfiggengo 99-81 l'Estudiantes Madrid con 20 punti e 7 rimbalzi di Rogers.

In campo nazionale, dopo il deludente risultato in campionato (eliminazione nei quarti per mano del Messaggero Roma), ancora peggiore della stagione precedente, la Philips rivoluzionò nuovamente l'organico rinunciando a entrambi gli americani e non solo; Rogers e Montecchi scesero di categoria, spostandosi di qualche chilometro alla Cagiva Varese in Serie A2. Fu un campionato modesto, che la compagine varesina chiuse al nono posto, riuscendo ad entrare nei playout in cui la squadra di Joe Isaac restò in corsa per la promozione fino alla penultima giornata, per poi perdere gli scontri decisivi con Caserta e Venezia.

L'onesto contributo di Rogers, fissato sui 21.7 punti e 7.7 rimbalzi a partita con ottime percentuali al tiro (61,3% da due, 43,5% da tre, 90.2% ai liberi) in quaranta partite, non gli valse la riconferma.

Fu Forlì (sempre di A2) a non perdere l'occasione di rifirmarlo per ricomporre la coppia con Darryl Dawkins; la squadra, allenata da Piero Pasini e con in rosa il trio pavese Zatti-Sabbia-Monzecchi, non brilla in regular season, ma dopo il cambio dell'allenatore con Piero Millina, sfiora la promozione attraverso i playout, lottando fino all'ultima giornata con Reggio Emilia e Rimini. Rogers si mantiene sui livelli statistici e di rendimento della stagione precedente (849 punti in 40 partite), ma decide per il ritorno in Spagna.

Fa tappe a Murcia (1994/95) e Caceres (1995/96) di cui è un inappuntabile riferimento offensivo e una garanzia di punti (879 il primo anno, 751 il secondo, sempre in 38 partite) per formazioni di modesta classifica.

Nel 1996 la sua carriera ha una svolta: ottiene, per matrimonio, la cittadinanza spagnola, utile per cambiare il suo status in comunitario e, nonostante l'età non più verde, riaprirsi una buona fetta di mercato. E' difatti il Valencia a richiamarlo per prima, nel tentativo di scalare i vertici della Liga ACB, dopo la retrocessione; con 21,3 punti a partita è il miglior realizzatore spagnolo del campionato, senza però riuscire a raggiungere i playoff.

Divenne anche "elegibile" per la Nazionale Spagnola ma l'onore di indossare la maglia roja gli fu concesso solo nel 2000, guadagnandosi un posto nella rappresentativa olimpica per Sidney 2000, in una spedizione tuttavia inferiore alle aspettative.

Dopo Valencia iniziò un'altra importante tranche della sua carriera, quella greca. Nel 1998/99 firma un biennale con l'Olympiakos Pireo di coach Ivkovic con il quale raccolse solo brucianti sconfitte contro il Panathinaikos. Ma furono proprio i Greens di coach Obradovic a strapparlo alla concorrenza alla veneranda età di 36 anni.

Il triennio vissuto in squadra con Bodiroga, Gentile e Rebraca fu trionfale: due titoli nazionali consecutivi nel 2000 e 2001 ma soprattutto un vero e proprio boom in campo internazionale. Vinse l'ultima edizione della Coppa Campioni FIBA il 20 aprile 2000 in finale contro quel Maccabi TelAviv che si prese la rivincita l'anno seguente nell'unica Suproleague della storia (giocata in contrapposizione alla neonata Euroleague, vinta dalla Virtus Bologna). E per concludere l'ultimo trionfo europeo, questa volta nell'Euroleague riunificata nelle Final Four di Bologna nelle quali aiutò Ibrahim Kutluay e Lazaros Papadopoulos a distruggere le difese studiate da coach Ettore Messina per la sua Kinder Bologna, sconfitta 89-83.

Senza curarsi della data di nascita scritta sul passaporto, ritornò nel 2002/03 nella ACB spagnola a Lleida, portando un contributo d'esperienza anche nella Uleb Cup fino al 2004. Fu quello l'anno del suo ritiro e del passaggio allo staff tecnico del Valencia; in seguito divenne scout per gli Oklahoma City Thunders della NBA e anche commentatore per Euroleague TV.

IMMAGINI ALLEGATE

Johnny Rogers

Johnny Rogers in azione contro Bob Dalla Vecchia della Virtus Bologna al Forum di Assago (Sesta di campionato, 20/10/1991)

Rogers con la formazione della Cagiva Varese nella stagione 1992/93

Rogers con la maglia del Caceres in Spagna

Pessina, Rogers e Pittis