Racconti


Festa di Kenney e del basket milanese. E i "buoni propositi" del nostro "museo".

Grande storica serata ieri sera (18 marzo 2016) a Milano in occasione della quale Art Kenney ha potuto salutare molti protagonisti del basket milanese anni '70 e non solo, in una simpaticissima atmosfera ricca di ricordi e lampi di flash. Peccato che lo sciopero dei mezzi e il conseguente maxi ingorgo abbiano reso difficoltoso l’arrivo di molti amici (il record è di Paolo Cavallini che ha impiegato un’ora e mezza per arrivare a Milano e altrettante per arrivare al locale). 

Luogo d’incontro è stata la Libreria Utopia/Osteria Baravaj di Milano in via Vallazze (che ringraziamo di cuore) che ha ospitato questa festa in onore di Arturo in procinto di ritornare nella sua New York. Una festa e un’occasione per lui di salutare i suoi amici di un tempo e per noi presentare ufficialmente agli addetti ai lavori il nostro "sogno" chiamato “museodelbasket-milano.it”.

Di fronte ad un parterre de rois composto da vecchie glorie del basket come Sandro Gamba, Marzorati, Ongaro, Cerioni, Gurioli, Bozzolo, Zambon, Fiorio, Vaghi, Ceschia, Longhi, Maccheroni, Zanetti, Cavallini, Fabbricatore e un folto gruppo di giornalisti, allenatori e manager tra i quali – cercando sempre di non dimenticare e fare torto a nessuno – Colnago, Pedrazzi, Cassani, Eleni, Cappellari, Gullifa, Chiesa, Redaelli e Faina, sono stati proiettati degli emozionanti oltre che rarissimi filmati della pallacanestro maschile e femminile milanese degli anni '60 e '70 e in particolare riguardanti l’Olimpia, la Pallacanestro Milano e la Standa.

E’ stato una romantica occasione per commentarli a distanza di cinquant’anni e ricordare qualche aneddoto, anche ascoltando la voce di Aldo Giordani rappresentato dalla figlia Claudia, e rari spezzoni della Domenica Sportiva dell’epoca.

Al termine dell’emozionante visione della gloriosa pallacanestro dei tempi che furono, Papetti ha presentato l'organico del “Museodelbasket-milano” composto da Stefano Bertani, Mauro Gurioli, Alessandro De Mori e Paolo Bianchi.

Con l’obiettivo di raccogliere, catalogare, ricordare e raccontare la storia della pallacanestro milanese e dei suoi uomini, il nostro “museo” è un luogo virtuale online, realizzato senza scopo di lucro, da un’idea nata per diletto.

La dedizione e la passione di chi ci lavora nel tempo libero dopo il lavoro e sacrificando, spesso, un pochino anche la famiglia, ci ha permesso in poco meno di due anni di raggiungere risultati inaspettati: 1500 foto storiche (cioè vecchie di oltre 20 anni) raccolte e catalogate e oltre 400 schede di ricostruzione storica pubblicate, molte di queste verificate e approvate dai diretti interessati.

Ovviamente l’occasione della serata è anche servita per allargare il numero di amici ed ex addetti ai lavori chiedendo loro un fattivo aiuto per correggere, integrare e aggiornare le schede pubblicate: il progetto difatti si basa sulla collaborazione proprio di quelle persone che hanno vissuto la pallacanestro milanese e che forniscono il loro contribuito per fare in modo che nulla si disperda nel tempo. Rendendo così il progetto, oltre che unico, anche credibile e utile.

Sono stati poi proposti alcuni entusiasmanti progetti ma effettivamente parecchio impegnativi per essere affrontati senza ricorrere a qualificati aiuti “esterni”. Oltre allo scopo originario di raccolta e catalogazione, il sogno sarebbe riuscire a promuovere la cultura cestistica nei ragazzi, cercando di trasmettere quegli ideali sportivi positivi raccontando le gesta di campioni che questo sport lo hanno “creato” giorno dopo giorno con il lavoro e il sudore. Inoltre la realizzazione di un Museo del Basket milanese, reale e non solo virtuale come ora, magari nel nuovo Palalido, e la creazione di una videoteca dei filmati storici della pallacanestro milanese, tramite un impegnativo e lunghissimo lavoro di catalogazione e quindi archiviazione dei filmati d’epoca.

Ma non solo: assistere ed aiutare gli ex giocatori e giocatrici di serie A in gravi difficoltà (es. legge Bacchelli) e promuovere iniziative per recuperare, preservare e divulgare il patrimonio storico della pallacanestro milanese.

La soluzione da noi proposta, che potrebbe consentire la realizzazione di questi progetti, è la costituzione di un’associazione onlus che sarebbe finanziata principalmente dalla donazione del 5x1000 da parte dei soci e degli amici appassionati. Oltre all’organizzazione di conferenze e manifestazioni “parlando di pallacanestro” capaci di raccogliere donazioni e aiuti.

La stragrande maggioranza del pubblico presente si è dichiarata molto favorevole alla realizzazione dei progetti ed alcuni “pezzi da novanta” si sono dichiarati disposti a partecipare fattivamente alla realizzazione dei nostri obiettivi. Vedremo in futuro come potranno evolvere questi nostre ambiziose speranze. Nel frattempo godiamoci il museo virtuale e la serata con Arturo, grande fan del sito web. La serata è difatti proseguita con un ricco buffet per poi ritornare a parlare di basket con lui, grande intrattenitore, con racconti di aneddoti e foto ricordo fino a tarda ora. 

Nel corso della serata sono stati distribuiti i gadget del “museodelbasket-milano.it”, fotografie di Kenney autografate al momento e timbrate con uno spettacolare timbrone rosso, appositamente realizzato per l’occasione a simboleggiare l’autenticità della firma e mantenere vivo il ricordo della serata.

Tra i presenti anche molti tifosi che sono passati a trovarci: senza volerlo il tam-tam mediatico ha fatto il suo corso. Il locale, per motivi di sicurezza, permetteva la presenza solo di un numero limitato di persone: è stata però una positiva prova generale per il futuro.

Art per oltre due ore ha poi risposto alle numerose domande degli appassionati presenti e regalato diverse copie del libro “Indimenticabile. Cesare Rubini, un guerriero dello sport”, anch’esso autografato a tutti.

Le cinque domande più gettonate dai tifosi, con le relative risposte, sono state:

1) Quale partita ricordi più volentieri? Con lo squadrone della “Stella” (decimo scudetto Olimpia) lo spareggio della stagione 1971/72 giocato il 4 aprile 1972 a Roma (risultato 64-60). Sono uscito per 5 falli (al 9’s.t., sul punteggio 48-43, dopo 12 punti e 12 rimbalzi, con valutazione +22),  per cui la partita è stata vinta da un quintetto tutto italiano. Ricordo che per l'occasione Gamba aveva studiato uno schema nuovo (blocco cieco verticale) per Bariviera e lui aveva segnato il primo canestro della gara.

2) Nella tua carriera, quale avversario ti ha messo più in difficoltà? Me stesso, nel senso che uno sportivo per rendere deve sempre essere al massimo delle condizioni fisiche. Certo Dino Meneghin era l’avversario più forte, ma noi eravamo la squadra più forte, come abbiamo dimostrato durante la stagione 1971/72. Dei miei compagni, atleticamente, Bariviera era il più forte (a saltare, anticipare, lo scatto, a rubare palloni, ecc.).

3) Quale sconfitta non hai ancora "digerito" e vorresti rigiocarla? La sconfitta nello spareggio di Roma (3 aprile 1971, con punteggio 65-57) e la sconfitta nello spareggio di Bologna (25 aprile 1973 con punteggio 74-70). Dopo 45 anni di terapia soffro ancora di incubi…  in cui c’è sempre Dino.

4) Qual è il ricordo più bello dell' Italia? La risposta è facile: gli italiani e le amicizie che durano una vita! Comunque io mi sento italiano e quando parlo/scrivo con i miei amici italiani pretendo che si esprimano in Italiano! Vi racconto un piccolo episodio capitato recentemente a casa mia, a NY: suonano e si presentano due ragazze che iniziano a parlare cercando di convincermi ad aderire ad una strana setta religiosa. Io le ho ascoltate in perfetto silenzio per cinque minuti e quando una, dopo la loro presentazione, mi ha fatto una domanda ho risposto cortesemente in italiano “scusatemi, sono italiano, non ho capito una parola. E’ stato comunque un piacere conoscervi. Grazie e arrivederci” e ho chiuso la porta.

5) Pregi e difetti dei tuoi allenatori Percudani, Bisacca, McGregor, Rubini, Gamba. Percudani: insegnante ideale, paziente… ideale per un teenager. Bisacca: ottimo tatticamente…  ideale per un ventenne. McGregor: la sua filosofia di basket era esattamente quella che piaceva a me, full-court pressing. Ma ho anche un ottimo ricordo extra-parquet: era una ottima guida turistica e fantastico conoscitore delle culture straniere. Durante le nostre tournee estive, ogni giorno ci portava a visitare monumenti, chiese e ci dava sempre una spiegazione completa e mai noiosa. Con lui ho girato tutta l’Europa e lo ringrazio ancora oggi per quanto mi ha dato. Rubini: Seal-team Six... Grandissimo Uomo, Grandissimo Personaggio. E' stato sempre capace di infondere il suo DNA (lottare e vincere) nel carattere delle sue squadre (nella pallanuoto, più di vent'anni all'Olimpia e poi nella Nazionale Italiana oro a Nantes e argento all'Olimpiade). Gamba: non scherzo affatto quando dico che lui ha il massimo B.I.Q. (Basketball Intelligence Quotient=Quoziente di Intelligenza Cestistica). Studia tattiche di gioco sempre e da sempre, anche oggi… la tattica è la sua passione!

6) Supplemental question: Meglio il basket dei tuoi tempi oppure quello attuale? Io sono legato ovviamente al basket di 40 anni fa, ma il basketball è (e rimane) lo sport più bello del mondo.

La serata si è infine conclusa con un arrivederci a presto ad Arturo, mentre i nottambuli, chiuso il locale, si sono spostati sul marciapiedi antistante per discutere sui massimi sistemi cestistici sino all’alba.

IMMAGINI ALLEGATE

Giorgio Papetti presenta il progetto "Museodelbasket-milano.it"

Pubblico di amici ed ex addetti ai lavori che hanno partecipato alla serata dedicata a Kenney

I creatori e curatori del "Museodelbasket-milano.it": Alessandro de Mori, Stefano Bertani, Mauro Gurioli e Giorgio Papetti

Giorgio Papetti, Art Kenney e Pierluigi Marzorati

Un momento di racconti in occasione della serata Kenney del 18 marzo 2016 organizzata presso la Libreria Baravaj/Osteria Utopia a Milano

Giorgio Papetti e Art Kenney

Le proiezioni di rari video del basket milanese degli anni '70 

Gli amici e i tifosi che sono intervenuti alla serata di Kenney del 18 marzo 2016

Il pin del Museodelbasket-milano.it

Il cappellino del "Museodelbasket-milano.it"