Racconti


I miei fantastici anni nella GBC Milano

Racconto di Elena Fenari, giocatrice delle formazioni giovanili della GBC Milano.

Mi sono imbattuta per caso in questo sito ed in particolare in una fotografia in cui sono ritratta anche io. La foto in questione ha più di trent'anni.

Inevitabilmente i ricordi hanno cominciato ad affiorare. Spontanei, alla rifusa, qualcuno nitido, qualcuno sfocato, qualcuno aiutato da altre fotografie che sono andata a ripescare nei miei datati album. Una bellissima sensazione!

Ho iniziato a giocare a basket nella stagione 1981/82 (avevo 10 anni) presso il centro sportivo Saini, l'istruttore si chiamava Emanuele. Lo ricordo benissimo: un ragazzo alto, magrissimo, capelli scuri e ricciolini, paziente, pacato, gentile.

L'anno successivo, su suo suggerimento, i miei cercarono una squadra disposta a tesserarmi e così approdai alla GBC Milano che giocava nel palazzetto di Cinisello Balsamo.

Gli allenatori di quell'anno della categoria allieve erano Luca Rigamonti e Daniele Berri, delle compagne di squadra ricordo ogni singolo nome, ogni singolo viso e di tutte loro anche il carattere. Di molte ricordo benissimo i genitori, tifosi più o meno pacati... (lo scrivo con il sorriso).

Dopo Luca e Daniele arrivarono un nuovo sponsor (Hermes) e Marco Rota. Che dire di quest'uomo? Non lo vedo da circa trent'anni, ma spesso devono fischiargli le orecchie perché è nominato di frequente nei miei discorsi. Non tanto per il livello a cui ci portò (prime classificate nel campionato regionale Allieve), quanto per il tipo di persona che era.

Su un altro forum che seguo, tempo fa, scrissi così: "Marco Rota (il nostro allenatore Dr. Jekill e Mr. Hyde. Fuori dalla linea del campo amichevole, scherzoso e calmo, dentro al campo severo, crudo e con le giugulari in perenne stato di tensione… Rimarrà per sempre una delle persone più importanti e fondamentali nella mia educazione), il miglior allenatore che abbia mai avuto."

Lo ricordo con una maglietta con la scritta "Chi difende a zona annoia anche te, digli di smettere". Come dargli torto?

Facevamo due ore di allenamento tutti i santi giorni (pena le chiappe incollate alla panchina la partita successiva), un bell'impegno dato che abitavo in Città Studi e che ci si allenava a Cinisello.

Tutti i santi giorni un'ora all'andata, due ore in campo, doccia, un'ora al ritorno.

Rientravo a volte con botte e lividi, per non parlare del fatto che avevo l'apparecchio per i denti (quanti tagli sulle labbra…).

Una delle mie compagne, Giovanna Grassi, abitava vicino a me. Mia mamma e suo papà si davano il cambio nello scarrozzarci avanti e indietro.

Ricordo la R4 rossa del papà di Giovanna, spettacolare, basica e tenace…. (io ora ho due Duecavalli, ma questa è un'altra storia).

Con Marco avevamo l'obbligo di presentare la pagella. Dovevamo chiedere a lui il permesso per andare in gita scolastica (gita significava allenamento saltato). In terza media gli chiesi di poter partecipare alla gita di fine anno (una settimana in Toscana), la sua risposta fu categorica:"Per me è no, poi decidi tu". Ed io decisi per il sì…… Al primo allenamento dopo la gita, al mio primo minuscolo errore, in palestra echeggiò un urlo dei suoi:"Fenariiiiii, dove hai lasciato il cervello? A Firenze?".

Era ambizioso e sapeva che avevamo possibilità.

Avevamo all'epoca due rivali fortissime: il Geas di Sesto ed il Fanfulla di Lodi.

Con il Geas ricordo partite estenuanti che finivano con punteggi tipo 120 a 121 quasi sempre in nostro favore.

Con il Fanfulla la storia era diversa, erano fortissime e con una media altezza superiore alla nostra. Anche con loro le partite erano incredibili, ce le davamo di santa ragione, ma il punto decisivo era sempre a loro favore.

Eccetto forse quell'unica volta………… a casa loro. Vincemmo per un paio di punti, ma le campionesse regionali eravamo noi!!

Poi una partita secca a Domodossola, partita assurda contro non ricordo chi. Perdemmo di un niente, sbagliando tutto lo sbagliabile, media tiri liberi infima e ciao finali nazionali a Ragusa.

Eravamo davvero forti quell'anno, ricordo una partita terminata con il punteggio tipo 164 a 4 e quanto urlò Marco per quei due canestri subiti...

Della squadra ricordo benissimo anche i personaggi più "nascosti". La dirigenza, Danilo Ciocca, il Signor Gasperini, il Signor Pasini. Ricordo benissimo solo il viso (con la barba) e non il nome del medico della squadra, mentre del medico sportivo che ci seguiva per i certificati è il contrario, non ne ricordo il viso ma il cognome sì: dottor Magnifico. Lo ricordo perché più volte ho sentito le nostre allora giovani mamme riferirsi a lui come "Magnifico di nome e di fatto"!

Ricordo che un bel giorno il Signor Pasini, al termine di un allenamento o di una partita, ci trattenne tutte. Voleva parlarci, aveva deciso di esternare quelli che lui considerava il miglior pregio ed il peggior difetto di tutte noi, davanti a tutte noi. Di me disse che il difetto era che mi impiegavo tanto tempo a capire le cose ed il pregio che, una volta capite, le facevo (a detta sua) meglio delle altre.

In questi trent'anni ho pensato parecchie volte a quella sua analisi. Non ho mai potuto smentirlo. Una cosa nuova per me significa la sua analisi, il suo sezionamento, il pensiero laterale, e poi ci arrivo, ma solo se mi va!…..

E poi gli allenatori delle altre categorie: Stefano Fagherazzi (allenava la Propaganda), Giorgio (non ricordo il cognome) e Antonio Morabito (con le cadette in cui giocava Manuela Gobbi) e Manuel Campiglio (allenatore delle grandissime di serie A). Ricordo le ragazze della Prima Squadra. Noi finivamo di allenarci e iniziavano loro. E quando si giocava in casa, partita, doccia e panino in tribuna con i capelli bagnati per tifare per loro. Fortissime, bellissime.

Erano gli anni delle super battaglie con la Zolu Vicenza. Credo di non aver mai odiato nessuno più di Catarina Pollini. Se dovesse leggere le chiedo scusa, ma il taglio della retina a casa nostra è un'onta difficile (impossibile) da mandare giù! E non dimenticherò mai nemmeno quando tutti i tifosi vicentini si presentarono a Cinisello muniti ognuno di due tavolette di legno che utilizzavano per rendere i loro applausi più forti e rumorosi.

C'erano Bianca Rossi (la ricordo con una Ford Escort nera decappottabile), Susanna Padovani, le sorelle Galimberti, Ivana Caldato (che io ricordo come la più dolce di tutte, quando incrociava noi piccole ci sorrideva sempre), il nostro mito Valerie Still (pare avesse imparato da Ivana a terminare le frasi con il "ciò" veneto), Michela Ceschia, Susy Cornelli. E ricordo Paola che poi diventò la moglie di Marco.

Questo è quel che torna in mente, probabilmente non senza imprecisioni ed errori. Gli anni passati sono davvero tanti…

Degli allenamenti ricordo fondamentali allo sfinimento, ricordo che una sola volta ci allenammo con la palla medica. Credo che a Marco non piacesse proprio (e nemmeno a me), fu solo un esperimento, non ne rividi mai più! Ricordo il silenzio assoluto, i cigolii delle scarpe sul parquet, la maglia fradicia, i "suicidi" di punizione con Angela Longo che ci salvava sempre dal secondo (era la più alta e la meno veloce e toccava sempre a lei il bis).

Ricordo che la Società ci comprava le scarpe e, a quei tempi, a me e soprattutto ai miei, sembrava un gran lusso. Le prime erano Diadora in pelle. Stupende.

Le si ritirava da "All Basket". All'epoca era un negozietto piccolo e strapieno situato nel cortile interno di un palazzo dietro Viale Campania. Vi si trovava di tutto.

Io non abito più a Milano da molti anni, so che si era spostato in una traversa di XXII Marzo e non dubito che ci sia ancora. Dallo stesso negozio arrivavano sicuramente le maglie che Marco ci regalò in un paio di occasioni, erano maglie delle varie squadre NBA, per ben due volte a me toccò quella dei Boston Celtics.

Poi c'erano i tornei post campionato e i Camp estivi. Uno in Valtellina con il Pool Comense di Dante Carzaniga e Charlie Yelverton come ospite e uno a Caspoggio (Valmalenco) organizzato dalla stessa Hermes, con ragazze di Hermes, Geas e Fanfulla ed Ivana Caldato con noi. Non posso non ricordare che mentre io ero lì, a vivere di Basket per dieci giorni, si verificò il disastro della Val di Stava, dove perse la vita il preside della mia scuola media, Gianfranco Zelasco, assieme alla moglie, a un figlio e ad altre tantissime persone.

Credo già nella stagione successiva io cambiai squadra. Arrivai in Rusconi allenata da Fiorella Alderighi Guidoni. Un'altra bella esperienza. Altre compagne, amiche e amici della squadra maschile (la Valvoline), ricordo bene anche tutti loro. Rimasi credo due o tre anni e poi…. poi, gradualmente ma inesorabilmente, basta basket. Non ricordo nemmeno come successe, successe e basta.

La scuola, altri incontri, altre vie, il primo lavoretto, la voglia di vedere e scoprire altro.

L'arrivo della mia prima Duecavalli (ancora con me), mi ha portato sempre più altrove, sempre più lontano dal basket e dal suo confortevole ambiente. Non seguo più da un secolo. E ho perso tutti di vista.

Quegli anni rimarranno, comunque e per sempre, un periodo stupendo, formativo e magico della mia vita! E saranno per sempre motivo di sorriso!

PS: prima che lo scopriate da voi devo però confessare una cosa che, molto probabilmente, sarà giudicata grave...

Cito, per brevità, un altro pezzo del racconto in cui parlavo di Marco:

"Giocare mi ha fatta diventare anche tifosa. Il liceo che frequentavo era a trecento metri dalla sede dell'Olimpia e capitava di imbattersi in Dino Meneghin o in Mike D'Antoni, è venuto naturale cominciare a tifare, anche in modo abbastanza acceso, per la squadra della mia città… Per un po', finché……
Credo fosse l'86, non ricordo bene, ma la Simac arriva in finale scudetto con la Mobilgirgi Caserta.
 La prima aveva già tantissimi scudetti, Caserta invece ancora nessuno. E' stato un colpo di fulmine, una cosa automatica tenere per chi non aveva ancora mai vinto nulla. Ho cambiato casacca proprio nei giorni delle finali folgorata da Vincenzino Esposito, Nando Gentile, Sandro dell'Agnello, ma soprattutto da Oscar.
 Ah che lotte in classe con il mio compagno di banco…..
Beh, vinse Milano, ma io sono rimasta con il cuore a Caserta.
 Li ho incontrati più volte nei loro anni d'oro tra la Valtellina (che all'epoca ospitava un importante torneo di cui non ricordo il nome) e Milano (facevo la posta sotto all'Hotel Principe di Savoia), avevo poster e gagliardetti e ne ho mandati giù di sberleffi da amiche e amici cestisti innamorati di Meneghin e di "Arsenio Lupin" in quegli anni……"

Ecco, ho scritto e confessato tutto!

Un sorriso a chi si riconoscerà in questo racconto e un grazie a questo meraviglioso sport, il più bello che esista!

Racconto inviato e quindi riservato per il Museodelbasket-milano.it.

IMMAGINI ALLEGATE

Formazione Allieve della GBC Milano, leva del 1971. Si riconoscono in piedi da SX: Daniele Berri (vice allenatore), Elena Fenari, Sara Stefanini, Daniela Chiari, Fiorenza Marangolo, Mara Luzzini, Silvia Francesconi, Luca Rigamonti (allenatore). In ginocchio da SX: Guendalina Visinoni, Angiola Leva, Brigida Allieri, Cristina Melegazzi, Angela Longo.

1983-84. Allieve GBC (classe 1971). In piedi da SX: Daniele Berri (vice allenatore), Sara Stefanini, Angela Longo, Angiola Leva, Luca Rigamonti (allenatore), Antonio Morabito (allenatore GBC cadette), Valerie Still, Silvia Francesconi, Danilo Ciocca (dirigente), Daniela Chiari, Signor Chiari (dirigente). In ginocchio da SX: Mara Luzzini, Fiorenza Marangolo, Vanessa Moretti, Cristina Melegazzi, Brigida Allieri, Elena Fenari, Romina Longo.

Hermes Milano formazione allieve 1985 (classe 1971), prime classificate campionato regionale allieve anno 1985. In piedi da SX si riconoscono Fagherazzi (dirigente), Silvia Francesconi, Guendalina Visinoni, Angela Longo, Daniela Chiari, Angiola Leva, Sara Stefanini, Marco Rota (allenatore). In ginocchio da sx Giovanna Grassi, Elena Fenari, Vanessa Moretti, Brigida Allieri, Cristina Melegazzi, Fiorenza Marangolo, Mara Luzzini.