Storia


Italia -Jugoslavia del 1965 al Palalido: una mitica impresa

Il mitico Palalido ha assistito nel gennaio 1965 ad una delle più belle imprese della nazionale italiana, una partita estremamente spettacolare entrata di diritto nella leggenda.

L’Italia era reduce delle Olimpiadi di Tokio del 1964 dove si era classificata quinta alle spalle del Portorico (che peraltro era stato precedentemente sconfitto nelle fasi eliminatorie per 74-64), perdendo una posizione rispetto alle Olimpiadi del 1960. Ne erano sorte le inevitabili polemiche. Il CT Paratore aveva deciso di portare una squadra ulteriormente ringiovanita ai mondiali del 1965, e pertanto la FIP aveva organizzato, insieme alle federazioni di Francia, Jugoslavia, Polonia, Cecoslovacchia, la “Prima Coppa delle Cinque Nazioni”  in modo da affinare la preparazione.

Il primo incontro tra Jugoslavia e Francia si tenne a Belgrado 21 gennaio 1965, con Francia umiliata (85-66). Tre giorni dopo si teneva a Varese la sfida tra l’Italia e la Francia. I “galletti” si presentavano rinnovati e ringiovaniti, anzi per la loro stella Dorigo veniva data come ultima partita, e per tutte queste ragioni il risultato sembrava scontato a favore degli azzurri.

Paratore aveva escluso dal giro azzurro Riminucci, Sardagna e Gavagnin per motivi anagrafici (il più vecchio aveva 29 anni) mentre Pieri non aveva dato la propria disponibilità causa impegni. Purtroppo anche Augusto Giomo aveva dato forfait per uno strappo muscolare. 

Paratore aveva dato fiducia a Cescutti, Bufalini, Villetti, Ossola (Ignis), Gatti (All’Onestà), Masini, Vianello, Vittori (Simmenthal), Pellanera, Lombardi (Virtus Bo), Cosmelli (Livorno), Bertini (Pesaro).

Davanti alle telecamere, un'Italia tremebonda e confusa, sempre sopraffatta dai Francesi, fu aspramente contestata dal pubblico varesino per cui il 40’ arrivò come una liberazione, con gli azzurri sconfitti per 74-62. Ad onore del vero Vittori era stato pochissimo utilizzato causa un precedente infortunio, ed addirittura Gatti non si era neppure allenato nei giorni precedenti sempre per problemi muscolari. La stampa si scatenò rimproverando al CT sia le esclusioni e sia una improvvida gestione della panchina. Paratore si era scusato accampando la mancanza di un playmaker  affermando “uno come Pieri non lo si può sostituire dall’oggi al domani”. Paratore poi aveva stigmatizzato il comportamento del pubblico parlando di “episodi incresciosi. Sui ragazzi tutto questo è determinante”. 

Nubi oscure si addensavano sulla nostra nazionale che due sere dopo avrebbe affrontato al Palalido la temibilissima Jugoslavia, vice campione del mondo 1963.

Il giorno successivo, 25 gennaio, l’Italia e la Jugoslavia si trovarono a Milano alla Villa Comunale per un ricevimento offerto dal Sindaco, e poi in successione tutti al Palalido per i consueti allenamenti pre-gara.

Il 26 gennaio, pur essendoci la diretta TV, il Palalido era strapieno. La stampa e i tifosi temevano una disfatta, ma le tribune erano gremite per la curiosità di vedere in azione i campioni slavi ed in particolare il fuoriclasse Korac, che recentemente aveva segnato ben 99 punti in una partita di Coppa dei Campioni contro gli svedesi dell’Alvik. Il vice presidente del Comitato Regionale FIP, rag. Tricerri, aveva dichiarato ottimisticamente prima dell’incontro “Le tribune piene sono un buon segno. Significa che la gente ha capito che con la Francia è andata male per una concatenazione di elementi contrari ed eccezionali”.

Il Corriere aveva titolato “Forza Italia! Korac può essere fermato”. Gli Jugoslavi schieravano uno squadrone, giovane e zeppo di lunghi e di tiratori che anni dopo sarebbero stati ingaggiati dai club italiani (Rajkovic, Skansi, Korac) o perlomeno fortemente corteggiati (Djergia, Daneu). In panchina sedeva Stankovic, il futuro coach della scudettata Oransoda Cantù.

Lo spettacolo iniziò alle 21.30, preceduto da un incontro di “mini basket”. Paratore, rispetto alla formazione di Varese, aveva lasciato in tribuna i giovanissimi Ossola e Villetti, recuperando Flaborea e Zuccheri e confermando Gatti pur se seriamente infortunato. Vittori continuava a lamentare dolori ad una caviglia, ma il ragazzo assicurava la sua volontà di voler giocare.

Le squadre schieravano all’inizio Pellanera, Lombardi, Vittori, Vianello, Masini per l’Italia mentre gli slavi si affidavano a Rajkovic, Korac, Kovacic, Daneu, Nikolic.  A Vianello era affidato Korac, con Vittori che sarebbe intervenuto in seconda battuta una volta battuto il compagno. Inizio scintillante degli azzurri con primo canestro di Vittori e replica di Korac. Al 5° minuto l’Italia conduceva 10-9, al 10° Jugoslavia in vantaggio per 20-16, al 15° i granata sempre in vantaggio per 32-30 con Vittori strepitoso in attacco e in difesa e il giovanissimo Masini lottare alla pari con i lunghi avversari. Il primo tempo vedeva gli slavi davanti per 42-38 con il pubblico comunque entusiasta per la magnifica gara.

Nel secondo tempo Vianello  apriva le segnature e replicava subito dopo, Djergia segnava un tiro libero e Vittori segnava in contropiede. Erano passati nemmeno due minuti e l’Italia era passata in vantaggio. Nel palazzetto si scatenava un uragano e cominciava il più bel basket, con minuti di dominio azzurro con l’Italia che si staccava, anche se sul 59-52 si aveva una rimonta slava che veniva bloccata sul 61-59 per l’Italia. Con un Vittori incontenibile e Masini, Vianello e Lombardi che surclassavano gli avversari, al 10° Italia era in vantaggio 73-66, Korac nel fronte opposto si disuniva e al 15° l’Italia era in testa per 83-72. Paratore sostituiva Masini con un efficacissimo Bufalini. Il pubblico continuava ad incitare gli azzurri e reclamava a gran voce “cento, cento”. Vittori nelle ultime battute di gioco doveva lasciare per 5 falli e Vianello chiudeva le marcature realizzando due liberi. La partita si concludeva per 99-87.

Notare che nello score, Vittori segnò 33 punti e realizzò una valutazione eccezionale di ben + 58. Lo spauracchio Korac marcò 37 punti, Lombardi 30, Vianello 29, Masini 28 e Daneu 27.

Al termine, invasione gioiosa del campo da parte del pubblico, con i giocatori che avevano issato sulle spalle coach Paratore, così da pubblicamente dimostrare la loro riconoscenza e fiducia. La sconfitta di 2 giorni prima a Varese era stata immediatamente dimenticata.

A fine partita Stankovic dichiarava “Nessuna squadra oggi avrebbe battuto quella italiana. Il fatto che gli azzurri avessero perso contro la Francia ci aveva preoccupati: una formazione di campioni  non può che avere reazioni del genere.  La sola cosa da criticare è l’arbitraggio:  il controllo di Korac da parte di Vianello e Vittori e poi di Vianello e Lombardi non mi è sembrato ortodosso”.

Paratore invece commentò “Non ho dormito due notti, ma mi dicevo che non è possibile che - in blocco - un nucleo di campioni perda ogni qualità positiva. Io avevo fiducia in loro e i fatti mi hanno dato ragione. Una grande squadra, nessuno lo dimentichi. Tutti bravi gli azzurri, sono loro grato

Il giorno dopo la squadra azzurra partì da Linate per partecipare al torneo di S. Sebastian (Spagna).  La comitiva, rispetto ai 12+2 di Milano, non comprendeva Gatti (infortunato) e Vittori ed Ossola, rinunciatari per impegni, mentre veniva aggregato Ongaro G.D.  La squadra vinse alla grande il torneo (con Svizzera, Olanda, Spagna)  che era determinante per le qualificazioni agli Europei 1965.

Milano Palalido, 26 gennaio 1965  - ore 21.30

Italia – Jugoslavia 99-87 (38-42)

Italia: Pellanera (2), Lombardi (18), Zuccheri, Bertini (6), Vittori (33), Vianello (22), Masini (12), Bufalini (6), Cescutti n.e.,  Gatti n.e., Cosmelli n.e, Flaborea n.e -  Coach: Paratore

Jugoslavia:    Potocnic, Korac (21), Rajkovic (18), Kovacic (13), Djergia (3), Daneu (21), Ajzelt n.e, Skansi (2), Cvetkovic (1), Pavlovic n.e, Nikolic (4), Raznjatovic (4) – Coach: Stankovic

Arbitri:           Macho (Austria) e Pythoud (Svizzera)

Note :             Usciti 5 falli:  Djerdia, Rajkovic, Vittori   – 5.000 spettatori paganti    

IMMAGINI ALLEGATE

Masini, Korac e Rajkovic

Vittori e Rajkovic