Oggetti


From New York City...Arturo Kenney

La maglia biancorossa con il suo numero 18 domina dal soffitto del Forum di Assago dal 6 maggio 2013 , in compagnia dell'8 di Mike D'Antoni e l'11 di Dino Meneghin. Assieme ai trofei e agli scudetti vinti nel suo triennio milanese è uno dei simboli del legame indissolubile che Art ha con Milano e con i colori dell'Olimpia. Gli altri riconoscimenti di una carriera da campione (con la 'C' maiuscola) hanno un posto speciale nella sua dimora newyorkese. E Arturo, grande amico e 'motivatore' del Museo del Basket-Milano, ci ha dato l'esclusiva per esporli in questo nuovo capitolo della nostra 'Collezione Permanente'

IMMAGINI ALLEGATE

La Maglia nr 18 di Arturo Kenney entra nella storia dell'Olimpia Milano: è la prima maglia ritirata e campeggia al Forum di Assago dal 6 maggio 2013. (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Trofeo GM Miglior Straniero del Campionato 1971/72 presentato al PalaLido prima dell'incontro Simmenthal vs Ignis nel 1973; nella stessa occasione fu consegnato il riconoscimento anche a Dino Meneghin come MVP Italiano (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Ruolo indefinito o antica terminologia? Una cosa è indubbia: che Art abbia meritato un posto nel Quintetto Ideale del Campionato 1970/71 di Serie A, culminato con il primo dei tre spareggi consecutivi necessari per assegnare gli scudetti tra Ignis e Simmenthal. E quell'anno vinse Varese (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

L'orgoglio e i trofei di Arturo Kenney con la sua Power Memorial Academy di New York, tutto in una foto. Allenato da Jack Dohonue e compagno di squadra di Lew Alcindor, con il suo #41 è stato campione CHSAA 1962/63 e 1963/64 senza perdere una partita, ed ha dato vita a memorabili scontri con la De Matha HS celebrati anche dalla targa in basso a destra. E' stata la squadra migliore di sempre della PMA, un segno e un legame indelebile (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Seconda tranche dei riconoscimenti di Art alla Power Memorial Academy: a sinistra la squadra del 1963/64 entra nella Hall of Fame dell'Associazione delle High School Cattoliche di New York CHSAA per la vittoria del titolo; al centro la targa dell'Introduzione alla New York City Basketball Hall of Fame, oltre che per l'annata 1963/64 anche per la striscia di 71 gare vinte consecutivamente (diventate poi 85 su 86); a destra il riconoscimento eterno della PMA Alumny Association ad Arthur Kenney (co-fondatore dall’Association)...ma con il cognome trascritto male. (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Anche il legame con la propria Alma Mater non si può sciogliere, specie se, come Art, si è nella 'Athletic Hall of Fame' della Fairfield University (la targa nera). La prima e la seconda targa da sinistra sono il ricordo della prima stagione di Art a Fairfield (1966) culminata con la nomina per la prima volta nella storia nella Top 20 universitaria della nazione secondo AP/UPI. (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato) 

I ricordi della classe 1968 alla Fairfield University celebrati al loro 50simo anniversario e scritti da Arturo in questa raccolta 'Narratives' (627 pagine) che ora ha un posto eterno alla Library of Congress a Washington D.C.(foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Una carrellata sui cimeli di Arturo nel suo periodo 'milanese'; spiccano le medaglie per le vittorie in Coppa delle Coppe (71 e 72), nel campionato 72, la Coppa Italia 72, per il secondo posto in campionato nel 1971, la targa della Hall of Fame dell'Olimpia Milano, la coppa del Miglior realizzatore del Torneo di Verona 1972 e anche l'Ambrogino d'Argento di cui Art è orgoglioso. (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato) 

Tre spareggi consecutivi contro l'Ignis Varese per assegnare lo Scudetto; due medaglie d'argento intervallate da questa del metallo più prezioso. Arturo e compagni l'hanno messa al collo il 4 aprile 1972 al PalaEur di Roma nel combattutissimo 64-60 finale per il Simmenthal. Qualche settimana più tardi arrivò anche la vittoria in Coppa Italia a compimento di un meraviglioso 'triplete' meneghino. (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Non esisteva nel 1972 il trofeo di MVP della finale; ma per Arturo questa medaglia vale molto di più. A Salonicco il 23 marzo 1972 non solo ha segnato 23 punti nella vittoria 74-70 del Simmenthal contro la Stella Rossa, ma ha anche sfogato l'energia accumulata dopo gli episodi del 14 febbraio a Belgrado: espulso per aver difeso il proprio coach, fino a inseguire Slavnic sulle tribune. Il miglior modo per prendersi la rivincita (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Altro oggetto di spiccato valore sentimentale per Art perchè è un dono speciale che ha ricevuto dall'amico Rubini: si tratta di un riconoscimento assegnato a Cesare Rubini dalla W.A.B.C., l'associazione mondiale degli allenatori di basket di cui il 'Principe' è stato per anni il Presidente. Un gesto di riconoscenza e stima che Rubini ha voluto dare a Kenney per averlo accompagnato sia nell'introduzione alla Hall of Fame di Basket a Springfield che a quella del nuoto a Fort Lauderdale (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Essere un Hall of Famer ha dei compiti istituzionali; e quando ci sono ricorrenze speciali da festeggiare, che siano a Le Mans (a sinistra) o a Milano (a destra) Art è convocato e in ottima compagnia (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)

Art Kenney è stato un super atleta; lo dimostra anche l'ennesima partecipazione (e che partecipazione) alla Maratona di Boston. Questo diploma risale all'edizione del 1987. Da buon 'milanese' ha corso anche la Stramilano, con un personale di 1 h. 00.16". (foto Kenney, per gentile concessione dell'autore)

Art ci ha espressamente chiesto di pubblicare la foto dei suoi quattro diplomi (Power Memorial Academy 1964, Fairfield University 1968, The American Graduate 1977, The British School of Milan 1972) per ribadire ai nostri ragazzi, ai nostri giovani cestisti, l'importanza degli studi: allenarsi e studiare sono la base per costruirsi il successo nella vita. (foto Kenney, per gentile concessione del diretto interessato)