Persone


Crippa Filippo (Pippo)

Filippo “Pippo” Crippa é nato a Cesano Maderno nel '49. Calciatore provetto in adolescenza, si avvicinò per caso alla pallacanestro quando un giorno, accompagnando il padre falegname per una trasferta di lavoro a Cantù, fu convinto a provare dai dirigenti della allora Oransoda. Crebbe alla scuola canturina, diventando un pivot classico; allenato da Bernardis, giocò nel gruppo juniores tra i più forti in Lombardia, che annoverava anche NizzaMarino, Munafo', Bertuol, Insogna, Lardel. Paradossalmente, però, Crippa in serie A con i colori della A.P. non ci giocò mai. Fu mandato per fare esperienza in prestito all'Esperia Cagliari in serie B e poi venne ceduto alla Robur et Fides di Gianni Asti dove restò cinque anni e contribuì alla promozione in serie A1. A Varese ebbe modo di osservare e copiare da Flaborea la tecnica del tiro di gancio che Pippo imparò ad eseguire di destro e sinistro impeccabilmente. 

In questo frangente, Pippo ebbe l'unica occasione di vestire la maglia azzurra, però quella della Nazionale Militare allenata da Giancarlo Primo che nel 1972 vinse in Belgio il prestigioso Torneo Shape, con in formazione calibri del livello di Marzorati, Della Fiori, Papetti e Bianchi.
Ragazzo solare si ambientò subito quando nel '73  arrivò alla Mobilquattro individuato da coach Sales per fare da 'spalla' o (nei rari momenti di sosta forzata) da cambio di Chuck Jura. Con un titolare dall'incidenza così marcata (ossia uno che nelle serate storte ne metteva 30...) non era facile per nessun elemento della Pall.Milano avere delle statistiche di rilievo; Pippo chiuse il 1973/74 con 138 punti e 115 rimbalzi in 26 gare, ma soprattutto si tolse la soddisfazione dell'esordio in campo internazionale con la Coppa Korac conclusa nel gironcino dei quarti di finale.
L'anno successivo, con il cambio tecnico tra Sales e Guerrieri, ma soprattutto con la partenza non rimpiazzata di Nizza, lo spazio per Crippa aumentò; tra i suoi diversi tabellini in 'doppia cifra' possiamo annoverare l'high career di 23 punti nella vittoria interna contro la Reyer Venezia e un 15 punti nel derby con l'Innocenti vinto 92-91 al supplementare. In quella stagione la Mobilquattro conquistò l'accesso alla poule Scudetto e chiuse al sesto posto finale dietro l'inarrestabile Cantù campione d'Italia. Per Crippa 222 punti in 39 partite, con 154 rimbalzi e un ragguardevole 31 alla voce 'palle recuperate'.
Il 1975/76 iniziò bene con il trionfo (da imbattuta) della Mobilquattro nel prestigioso Trofeo Lombardia, ma poi il rendimento in campionato fu ondivago: non fu messa in discussione la partecipazione alla poule scudetto, ma poi un record di 3 vittorie e 11 sconfitte fu un passo indietro rispetto ai pronostici e al posizionamento dell'anno precedente. Con i ritmi ancora più alti voluti da coach Guerrieri, che esaltavano anche un tiratore micidiale come Antonio Farina, il ruolo di specialista difensivo assegnato a Crippa non lo premiarono certo per cifre: 163 punti in 36 partite con 133 rimbalzi. Qualcosa meglio in Coppa Korac, specie nella doppia sfida con la Jugoplastika Spalato di Jerkov, che poi vinse il trofeo battendo Torino in finale.
Nel 1976/77 Crippa scese di due categorie, sposando il progetto della Mecap Vigevano, che ambiva a lasciare presto la Serie B; e i propositi si concretizzarono più in fretta di quanto preventivato. Al suo primo anno sotto la guida di coach Piero Pasini e con la spinta di un cannoniere di razza come Claudio Malagoli, la Mecap eliminò nelle fasi finali prima Chieti e poi la Juve Caserta. Dopo un botta-e-risposta con vittorie esterne, le due formazioni si ritrovarono a Livorno per lo spareggio in campo neutro; vinse Vigevano 71-70 ma fu necessario un tempo supplementare che terminò con un parziale di...4-3. Crippa, fu autore di 17 punti in questo match ma mise a rischio la salute dei supporter lomellini sbagliando i due liberi che consentirono a Caserta di portare la sfida al supplementare; chiuse la stagione con 361 punti, terzo marcatore della Mecap, alle spalle dell'inarrivabile Malagoli e di Paolo Zanello.
Per il primo anno in A2, Vigevano optò per il ritorno di Gianni Asti in panchina, per l'arrivo di un play di fama nazionale (Giulio Iellini) e dei suoi primi due stranieri ossia Damir Solman e Clyde Mayes. Per Crippa, il ruolo di uomo-squadra si delineò ancora di più: il suo lavoro di supporto ai quattro vertici dell'attacco fu sempre prezioso e anche i risultati confermarono che la Mecap era ben più di una semplice neo-promossa. Al termine del campionato 77/78, Gira Bologna e Venezia guadagnarono in A1 ma c'è ancora un posto disponibile: c'erano due terze a pari merito Vigevano e Cagliari (di De Rossi, Lucarelli e Giroldi) e quindi ci volle uno spareggio. E dove poteva essere giocato se non all'Ardenza di Livorno? Sostenuta da un tifo al seguito che riempì ben 12 pullman, la Mecap vinse 108-94 (Crippa 6 punti) e nel giro di due campionati si ritrovò in A1.
Nel 1978/79, nonostante l'importante innesto di Fulvio Polesello, la Mecap pagò lo scotto di un duro impatto con la massima serie e, complici diversi infortuni, non riuscì a rimediare un girone d'andata con sole due vittorie; la squadra di coach Percudani chiuse al dodicesimo posto, che significò il ritorno in A2. Crippa mise a referto soli 40 punti con un massimo di 7 nella trasferta a Venezia nel girone d'andata.
L'anno successivo fu ulteriormente negativo; lasciarono Solman e Malagoli e l'atmosfera alla 'Carducci' andò in crollo verticale. Coach Percudani si dimise a novembre, Gianni Asti non resistette allo stress e lasciò a sua volta l'incarico al vice Dulio. Polesello e Ard, nonostante performances deludenti, non lasciarono molti minuti a Crippa che però cercò di supportare al meglio un Mayes stratosferico per tutta la stagione che Vigevano chiuse ugualmente all'ottavo posto.
Il suo ultimo anno in maglia Mecap iniziò con due novità che avrebbero poi inciso nell'economia del suo ruolo in gialloblu: il nuovo coach Dodo Rusconi portò in dote Sergio Rizzi, suo compagno nell'Ignis Varese e soprattutto l'eroe di Anversa nella finale di Coppa Campioni 1975 ma che proveniva dall'Auxilium Torino. In pratica Crippa fu retrocesso al ruolo di quarto lungo, dando fiato ogni tanto a Rizzi perchè i due americani Mayes e Moore non uscivano praticamente mai. In 32 presenze arrivò a 559 minuti con 125 punti e 75 rimbalzi in un campionato di media classifica (13 vittorie e 19 sconfitte) in cui diversi ex-vigevanesi ebbero la soddisfazione della promozione in A1: dai coach De Sisti e Pasini a Claudio Malagoli con Brindisi.
A trentadue anni compiuti, Crippa decise quindi di staccarsi dai ritmi forsennati delle serie maggiori e di ricominciare da capo nella natia Brianza. Lo accolse il suo ex-compagno di squadra Antonio Farina che, dismessa la casacca da giocatore, ha iniziato ad occuparsi della gestione dell'Aurora Desio, appena retrocessa in C. Nella rosa di coach Franco Morini, il suo ruolo fu ancora quello di garantire il gioco vicino a canestro in una squadra più propensa al gioco delle guardie, che nell'occasione erano Claudio Crippa (ventenne in rampa di lancio) e Maurizio Trotti. Il primo campionato fu una parata da 19 vittorie in 22 gare, staccando avversari come Treviglio, Casale, Pall.Milano e CMB Rho. 

Nel 1982/83 iniziò la battaglia in una serie B sempre molto competitiva e con diverse formazioni ambiziose e probabilmente anche più attrezzate. Per esempio, chiudere l'anno in ottava posizione in un girone con Pavia, Verona, Montecatini, Imola, Reggio Emilia, Cremona non fu certo un disonore. Nella crescita progressiva, Desio salì al quarto posto nel 1983/84, pur senza raggiungere i playoff. Fu l'anno dell'insediamento a Desio di Virginio Bernardi, che sarà determinante nella storia dell'Aurora. Per il tecnico campano, Crippa è il veterano ideale, quello a cui non ha bisogno di insegnare un angolo di blocco perchè con lui i frombolieri Trotti, Brambilla o Claudio Crippa trovano sempre le praterie necessarie per segnare in scioltezza. Pippo è decisamente il più anziano del gruppo; il più vicino (con sei anni di differenza) è un altro super esperto come Mario Beretta, anch'egli sceso dai palcoscenici della Serie A (Cantù, Bergamo, Pall.Milano) per portare pericolosità interna ed esterna all'attacco desiano. Filippo Crippa iniziò con Bernardi la sua seconda giovinezza, togliendosi diverse soddisfazioni anche a livello statistico, andando spesso in doppia cifra. 

La ciliegina di una carriera da luogotenente arrivò al termine della stagione 1984/85 con la promozione dell'Italelektra Desio in Serie A2. Giunta seconda nel Girone A dietro Pavia, l'Aurora perse una grande occasione nella sfida contro Firenze; al suo esordio al Palalido di Milano in gara-1, vinse di 20 punti ma nelle due sfide fiorentine si arrese, compreso il 71-70 della bella. A Desio non rimase che confidare nello spareggio contro l'altra perdente, ovvero Montegranaro, giocato in campo neutro al PalaAzzarita di Bologna. Con un ottimo primo tempo, la squadra di Bernardi riuscì a tenere sempre in pugno la partita e vinse 81-69, con 16 punti di Icio Trotti e 13 in 23 minuti di Filippo Crippa.
Fu l'ultimo atto a questi livelli di un ottimo giocatore, un punto di riferimento tanto in partita quanto in allenamento; Pippo Crippa è stato il sogno ideale di ogni allenatore e il compagno su cui tutti hanno potuto contare. Uno davvero 'speciale'.

 

Museodelbasket-Milano ringrazia Stefano 'Aiace' Albanese per il supporto, la memoria e il materiale fornito in merito all'esperienza vigevanese. Un aiuto più che prezioso e impagabile.

 

 

"Mi ritorna in mente" ... Pippo Crippa

Ci sono persone 'speciali', prima di essere giocatori 'speciali': Pippo Crippa fa parte di questa ristretta schiera di 'angeli del parquet', quelli che tutti vorrebbero al proprio fianco ma anche di fronte come avversario. Il fattore che accomuna tutte le testimonianze che abbiamo raccolto è... [Leggi tutto]

IMMAGINI ALLEGATE

Belgio 1972 la Nazionale militare vince lo Shape: Papetti, Crippa, Frediani, Marchetti, il colonnello Picchiottini, Giustarini, Milani, Primo (all.), Della Fiori, Marzorati, Benevelli, Zanon, Bianchi, Polzot.

Formazione Pallacanestro Mobilquattro Milano 1973/74. In piedi da sx: Petazzi (aiuto all.), Giroldi, Campanaro, Jura, Nizza, Crippa, Sales (all.). Accosciati da sx: Rodà, G. Gergati, Barlucchi, Gragnani, Papetti, Fabbrici, Redaelli (massaggiatore).

Un timeout della Mobilquattro del 1975/76 con, da sinistra, Farina, Jura, Crippa, coach Guerrieri e Beppe Gergati

Formazione della Mecap Vigevano all'esordio in A2 nella stagione 1977/78, che conquista subito la promozione in A1; in piedi da sinistra: Dulio (ass.coach), coach Gianni Asti, Solman, Delle Vedove, Mayes, Brogi, F. Crippa, Bellone, Bollati (mass), Paulanic (prep.); in ginocchio: Bruggi, Tognazzo, Iellini, Franzin, Zanello, Malagoli. MDB-MI ringrazia per la foto Stefano 'Aiace' Albanese

Filippo Crippa con il compagno Clyde Mayes nell'amichevole dell'inaugurazione del Pala Basletta di Vigevano nel 1977 contro il Cinzano di Lars Hansen e Renzo Vecchiato. MDB-MI ringrazia per la foto Stefano 'Aiace' Albanese