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Massimo Mangano, il coach giornalista

Ha perseguito con tenacia il suo sogno, mettendosi in gioco lontano da casa, lontano da quella famiglia che per lui dopo l'Università aveva ben altri progetti: da Palermo a Milano per poi diventare cittadino d'Italia portando in ogni tappa la sua solare sicilianità, l'estro, la simpatia, le battute pronte, la naturale empatia con tutti e soprattutto una proiezione cestistica avanti di almeno dieci anni. 

 

Massimo Mangano, nacque a Palermo il 14 settembre 1950, settimo di sette figli, fu stregato dalla palla a spicchi sin da piccolo, ma consapevole dellla sua corporatura robusta e la statura bassa abbandonò presto i propositi di diventare un buon giocatore. Divenne allenatore, e prima dei vent'anni ebbe già esperienze vincenti sia in campo femminile che nelle squadre minori della sua città; nel frattempo aveva già avviato le sue collaborazioni con il Giornale di Sicilia e come corrispondente dei Giganti del Basket. La sua passione divenne irrefrenabile e nel 1971 si trasferì a Milano con l’ambizione di diventare coach. Bussò a varie porte in cerca di una panchina e si adattò a fare il giornalista pubblicista sui Giganti del Basket, finché Riccardo Sales gli affidò la squadra Allievi della Mobilquattro. Non era una squadra di primo livello, ma Massimo si fece già notare (anche il particolare stile di abbigliamento) in tutte le palestre milanesi possibili in cui non si perdeva una partita delle giovanili o delle serie minori. 

Decise a 23 anni di dedicarsi solo alla carriera da allenatore e ottenne buoni risultati a Brugherio e alla Patti Novate Milanese; in quell'anno di Serie B, Mangano era di servizio al Guerin Sportivo e, sotto pseudonimo, scrisse i reportage sulla sua squadra...pure criticandosi... 

Il grande passo, il il suo primo incarico in serie A2 fu alla Pinti Inox Brescia, stagione 1975/76.  Con il presupposto del 'bel gioco e contropiede', uno straniero funambolico e all-around come Charlie Yelverton e una squadra molto giovane, si espose dichiarando ai Giganti del Basket: "...escludo che avremo problemi di retrocessione, anzi potremo piazzarci al quinto posto sia nella prima che nella seconda fase..." Bilancio: effettivamente quinta alla prima fase, la Pinti Inox chiuse all'ultimo posto nella Poule Salvezza, perdendo di tre punti lo spareggio con Trieste; probabilmente con un  “pivottone” e un bel silenzio scaramantico sarebbe arrivato un diverso epilogo.  

Tornò in C ad Alessandria dove si presentò con due promozioni consecutive e formò un binomio speciale con il presidente Pieraldo Celada; infatti insieme si trasferirono a Mestre in A2 per quattro stagioni con un'altalena di promozioni e retrocessioni: nel 1979 salì in A1 e sfiorò l'impresa playoff contro la Xerox di coach Dante Gurioli. Giusto un anno dopo si ritrovò nello scenario opposto: la sua 'Superga' fu protagonista dello spareggio per non retrocedere contro la Scavolini Pesaro ma perse (71-70) il 1 marzo 1980 sul campo neutro del Palazzone di S.Siro. L'anno successivo però rivinse la A2 con la coppia Chuck Jura-John Brown che superò anche il primo turno dei playoff e fece soffrire nei quarti il Billy di Mike D'Antoni.

Continuò a scrivere di basket, anche utilizzando uno pseudonimo, sia sui Giganti, sia su testate locali che sulla Gazzetta dello Sport, inoltre insieme a Oscar Eleni scrisse i due “Basket Book” ‘81 e ‘82.
La sua carriera da coach proseguì con alterne fortune ma con una simbosi non comune con tutte le piazze che gli hanno affidato la squadra; sedette sulle panchine di Udine, Fabriano in due occasioni (con una promozione in A1), Treviso, Forlì, Sangiorgese, Battipaglia, Jesi, Sassari e infine a Scafati in B1 dove tragicamente si interruppe a pochi giorni dal compimento di un'altra promozione miracolosa. A soli 49 anni Massimo è deceduto i 5 maggio 2000 per una emorragia cerebrale all'Ospedale Fatebenefratelli di Napoli.

I freddi numeri dicono che collezionò in carriera 619 partite in serie A di cui 294 vincenti e quattro promozioni; il cuore della gente gli ha dedicato ben due Palazzetti dello Sport, uno a Scafati ed uno a Palermo.

 

MDB-MI ringrazia Luca Chiabotti (allievo di coach Mangano nelle giovanili della Mobilquattro) per la rilettura e l'interessante integrazione.